YANNIS KOSER - Forestrium

23.07.2023

La natura è da sempre luogo d'elezione dell'uomo. Quando ci troviamo a camminare in un bosco o in una foresta ci sembra di essere parte di quel meraviglioso disegno che un'entità superiore ha creato per noi. Rimaniamo affascinati dal verde brillante delle foglie e dal leggero fruscio delle fronde degli alberi che si muovono sollecitate da una gentile brezza. 

Respiriamo a pieni polmoni e siamo raggiunti dagli odori e dai profumi della terra che inebriano i nostri sensi. Se chiudiamo gli occhi possiamo sentire il cinguettio degli uccelli che volando di ramo in ramo e sembrano volerci parlare attraverso il loro canto.

Ispirato dalla natura e da quel incantevole dialogare delle sue creature il compositore neoclassico e contemporaneo belga Yannis Koser ha scritto un concerto per pianoforte intitolato Forestrium. Il musicista ha pensato ad una sala immaginaria ideale per la messa in scena di questa composizione, ossia un auditorium naturale al centro di una foresta lussureggiante, da cui il titolo del brano. Forestium è infatti un gioco di parole costituito dalla fusione dai termini foresta e auditorium.

In questa opera, realizzata con tecniche di composizione avanzate e all'avanguardia Yannis Koser realizza un brano in cui viene imitato in maniera assolutamente fedele e realistica il canto degli uccelli. Ascoltando la composizione abbiamo veramente l'impressione di assistere al canto naturale degli uccelli che si inseguono e si chiamano volando e rincorrendosi tra gli alberi.

Un ruolo fondamentale nella creazione di questo brano è stato giocato dal talento e la competenza di HRMONIC che si è occupato del mixaggio e del master della traccia facendo risuonare l'ambiente del brano in modo maestoso e naturale.

Le note di apertura del brano ci consegnano una melodia saltellante che ci suggerisce da subito la voce degli abitanti alati della foresta. Il tocco del pianista è forte e sicuro quando scandisce le note e delicato e fluido mentre accompagna le sezioni tra una parte cantata e l'altra. Riusciamo ad immedesimarci facilmente nel brano e nell'ambientazione che il musicista vuole evocare. I trilli, veloci e ravvicinati dipingono l'immagine degli uccellini che comunicano tra loro e che si gettano dagli alberi per tornarvi con rapidi sbattiti di ali.

Si respira un atmosfera bucolica di brillante vivacità. La composizione non segue uno schema rigido, ma si presenta libera, senza ripetersi, con un susseguirsi di variazioni ed evoluzioni del flusso di note come a voler cogliere quel senso di libertà che solo la natura può suggerire. In alcuni punti la melodia si ferma per poi ripartire con un'altra marcia, un'altra voce e personalità, come se prendesse la parola un altro elemento della natura venutoci incontro per raccontarci la sua storia.

L'ascolto di questo brano è un'esperienza che va oltre il concetto di musica colta e di tecnica configurandosi come un tableau vivente di pulsante creatività.