TRYHARD - Taxi
Avete mai passato uno di quei momenti irripetibili con gli amici, quelli in cui state tornando da una serata troppo perfetta per essere vera e siete tutti stanchi ma eccitati, c'è una sorta di vibrazione elettrica nell'aria e decidete di tirare giù i finestrini e sparare a tutto volume nella notte una canzone epica per suggellare quel momento?
Sono istanti davvero impareggiabili, da vivere con entusiasmo e un po' di incoscienza. Quelli che vorremmo registrare nella memoria, per poter attingere al ricordo nei momenti più duri e strapparci subito un sorriso beato.
Ecco, questa è l'esatta sensazione che ha voluto ricreare per noi TRYHARD, con il suo nuovo singolo "Taxi". Come dice lo stesso artista, Taxi è una canzone pensata e nata per essere ascoltata in macchina, a pieno volume e con i finestrini abbassati. Una di quelle tracce che hai voglia di sentire e risentire, di condividere con le persone a cui vuoi bene, di legare a un ricordo per sempre.
TRYHARD ha fatto il suo esordio nel 2020 con il singolo "Dopamine", riuscendo a raggiungere la strabiliante cifra di 5mila ascoltatori su Spotify nelle prime due settimane. Le sue produzioni successive, accolte con molto entusiasmo dal fedele pubblico, sono state: "Matches", "TOO REAL" e "OLD ME".
L'ultimo singolo, Taxi, è un mix di synthpop, pop e suoni alternativi che conquistano immediatamente. Le bellissime grafiche e immagini dell'uscita della traccia sono state curate da Ghost Box Studio.
Il testo di Taxi si riferisce esplicitamente al mood dei viaggi in auto, quelli emozionali che abbiamo descritto e che ci coinvolgono completamente, in un contesto in cui la musica può essere uno splendido accompagnamento che unisce il sentimento del momento e la necessità di esprimerlo con un altro strumento.
L'artista dice "Mi addormenterò sul tuo sedile posteriore / Per la notte sii il mio taxi" e poi inizia a raccontare con un lirismo delicato di un amore passato ma che potrebbe tornare.
Un amore pieno di problemi, che viene splendidamente cantato e interpretato. Un amore che non si vuole lasciar andare, anzi che si vuole recuperare. Un amore ricolmo di paure in cui molte persone possono riconoscersi, perché certe situazioni di stallo e di possibilità sono universali e la musica contribuisce solo a renderle tali ancora di più.
È in questo contesto che riusciamo a immaginarcelo, questo ragazzo con il braccio che sporge dal finestrino e l'aria che gli carezza i capelli scompigliati, mentre vive un momento intenso sia in positivo che in negativo e canta i propri sentimenti e le proprie emozioni.
Un po' alla notte, un po' a noi, un po' a una lei che sta facendo la stessa identica cosa.
One hand on the steering
wheel the other on my heart