TIRED COSSACK - Lilac Pain
Ci sono giorni particolari nella vita di tutti noi in cui senza un vero motivo ci sentiamo tristi e malinconici, riflessivi ed inclini alla nostalgia. Quei giorni in cui quasi senza accorgertene apri un cassetto e tiri fuori quello che contiene.
Vecchie lettere, foto, oggetti che avevi dimenticato e che fanno adesso riaffiorare ricordi e situazioni lontane nel tempo. Ti siedi sul divano e cominci a rileggere le parole vergate da qualcuno per te, accompagnate dalle immagini sbiadite degli scatti conservati che formano un mucchietto di frammenti della tua vita passata che oggi hanno deciso di essere rivissute.
Allora fissi il vuoto, riconsideri i tuoi atteggiamenti e cominci a fantasticare su come sarebbe ora la tua vita se ti fossi comportato in maniera differente nel passato. Appoggi la testa sul cuscino e una piccola lacrima scende a solcarti il viso.
Questo tipo di situazione e le emozioni che la accompagnano hanno un'ideale colonna sonora. Ascoltando Lilac Pain di Tired Cossack capiamo che la musica di questo artista è quello che ci serve per lenire le ferite della nostra anima. Tired Cossack è un talentuoso artista canadese in grado di suscitare forti emozioni combinando tra loro elementi molto semplici.
L'artista ha una scrittura abbastanza minimale che viene messa al servizio dell'immediatezza e dell'urgenza dei nostri sentimenti che lottano ogni giorno per uscire dalla corazza che ci siamo costruiti per non essere più feriti e per difenderci dai continui attacchi dell'esistenza.
Il brano di cui stiamo parlando è una canzone squisitamente Post Punk/New Wave che con le sua melodia minimale ed il suo cantato malinconico ci culla e consola per tutta la sua durata.
I suoni che compongono questo brano sono tipici del genere, si muovono attraverso una chitarra elettrica che accompagna il pezzo con un timbro semidistorto a cui è stata aggiunta una certa dose di Reverb che produce una sorta di eco di sottofondo in cui immergersi per apprezzare in pieno il brano. I versi si ripetono in maniera quasi ossessiva, come la mano di qualcuno che ti scuote dolcemente per svegliarti.
Verso la fine del brano le dinamiche della chitarra e della batteria aumentano di intensità come a suggerirti di sbrigarti, esortandoti a fare qualcosa, qualunque cosa. L'andamento del brano è comunque sostenuto e deciso e scandisce il tempo come uno spietato orologio che ti ricorda che non stai vivendo a pieno la tua vita.
E' ora di alzarti da quel divano e tornare ad affrontare il mondo.