THY VEILS - Influx

03.12.2022

In una notte di luna piena un lupo si aggira si aggira per la foresta. Non è mosso da paura o fame, ma da uno strano sentimento che lo porta ad annusare l'aria fredda e muoversi tra gli alberi, che si stagliano a perdita d'occhio per tutta la vallata. 

La notte è silenziosa e le stelle in cielo sembrano tanti occhi di altrettanti predatori che come lui in quella notte inquieta cercano risposte ad atavici interrogativi portandolo in luoghi mai raggiunti prima nella sua vita. Lo scorrere di un ruscello attira la sua attenzione e si avvicina per abbeverarsi. 

Si avvicina al piccolo corso d'acqua e beve lentamente, fatto ciò si guarda la sua immagine riflessa in quello specchio d'acqua e volge il capo verso l'alto e lì, in cielo, la luna splendente come il sole lo guarda e gli sussurra un segreto. Adesso il lupo può tornare indietro nella sua tana.

Questa misteriosa e simbolica scena onirica prende forma nelle nostre menti ispirata dalle evocative note del brano Influx dei Thy Veils. La band proveniente dalla Romania suona un synth pop minimale molto accattivante che seduce l'ascoltatore con note ipnotiche accompagnate da testi ambigui e criptici che, come alcuni quadri che bisogna osservare da lontano per coglierne l'essenza del messaggio, dobbiamo considerare come parte integrante del tessuto musicale. 


Influx è l'ultimo singolo della band ed anticipa il disco di prossima uscita intitolato Next For Ever. Il fondatore della band Daniel Dorubantu parlando del brano Influx fa riferimento al concetto di coscienza collettiva ponendo così i sentimenti, i desideri, i sogni e le speranze in comunione universale.

Fin dai primi beat ascoltati il brano ci trasporta subito in una sorta di trip lisergico in cui, come in un viaggio celestiale siamo proiettati in una dimensione immateriale. Il testo della canzone è minimale ed ermetico e fa riferimento ad elementi della natura messi in correlazione a sensazioni e visioni come in un'associazione di idee spontanea, scaturita da accostamenti apparentemente casuali.

Dal punto di vista della semantica filosofica delle parole, il testo è ispirato dal poeta Zen, Han Chan

a cui Daniel Dorubanto attinge per la creazione del suo concept. Le parole del brano sono divise in due strofe ed un inciso centrale in cui gli elementi della natura come la luna, il vento, l'oceano ed il cielo assumono comportamenti umani ponendo così in relazione il microcosmo dell'uomo con il macrocosmo dell'universo. Ora tutto è possibile.