THE SPIRITUAL LEADERS - The Last Sunset

25.01.2023

La realtà che ci circonda rappresenta per molte persone un incubo ad occhi aperti di difficilissima sopportazione. La crescente diffusione dell'utilizzo di farmaci per combattere i disturbi del sonno è sufficiente per dimostrare quanto il mondo sia diventato un luogo complesso e ostile. 

Sempre più persone ricorrono a rimedi di vario genere per alleviare tutto lo stress che accumuliamo durante le nostre giornate che mettono sempre più alla prova il nostro equilibrio mentale. In questo contesto è facile capire come sia possibile per una persona sviluppare una dipendenza da quei farmaci e da quelle sostanze che con la loro azione psicotropa portano sollievo a chi si sente intrappolato in questa realtà negativa, portandolo a desiderare di scappare via, lontano da tutto quell'insensato dolore.

La canzone The Last Sunset dei The Spiritual Leaders affronta proprio questo argomento attraverso un brano che si configura come un allucinato viaggio all'interno di una mente disturbata in preda a riflessioni esistenziali che lasciano poco spazio alla positività.

Abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare gli Spiritual Leaders grazie alle loro precedenti uscite come i singoli Shadows and Tall Trees e Hall Of Mirrors che ci avevano positivamente colpito grazie all'inventiva creativa e ai testi profondi ed emblematici.

Con questa nuova traccia la band irlandese riconferma il suo talento con un brano che racconta le impressioni e i sentimenti che animano chi è affetto da disturbi mentali. Il brano ha sound roboante che sembra una fusione tra le sonorità degli U2 e la visionaria follia di David Bowie negli anni '80.

Il pezzo è caratterizzata da un profondo riverbero in cui l'utilizzo di un phaser conferisce all'atmosfera del pezzo una dimensione quasi rotante che sembra avvolgere l'ascoltatore nella sua spirale compulsiva. 


Questo accorgimento in fase di arrangiamento ci suggerisce il claustrofobico e ossessivo flusso dei pensieri che viene dichiarato anche nel testo con un riferimento esplicito all'Ulisse di Joyce. Il suono del brano risulta volutamente asfittico e pesante.

Le parole della canzone fanno riferimento al disturbo del sonno che viene contrastato abitualmente con l'assunzione di alcool, ma senza gioia. La consapevolezza che il mondo in cui si rifugia il protagonista sia malsano non scoraggia comunque la volontà di fuggire verso quel rifugio in cui cercare conforto e pace.

Le chitarre ed il basso creano un amalgama che ci guida attraverso il lisergico immaginario del pezzo coinvolgendoci in questo trip psichedelico che si chiude con le parole "E sto facendo un bel sogno" ripetute ad oltranza che interpretiamo come il sopraggiunto effetto sedativo delle sostanze assunte.