THE SPIRITUAL LEADERS - Hall Of Mirrors

21.12.2022

Nel libro dell'interpretazione dei sogni lo specchio è un simbolo legato all'introspezione e alla scoperta di sé. Sognare uno specchio quindi può denotare la paura del giudizio e l'ansia per il confronto con sé stessi. Lo specchio pone così il sognatore davanti a rivelazioni che riguardano la propria persona, ciò che è occulto e nascosto dentro di lui, portandolo ad una nuova consapevolezza. 

Nella vita di tutti i giorni cerchiamo di nascondere a chi ci è vicino le nostre insicurezze e le nostre paure, simulando una compostezza formale che non ha un riscontro reale con le nostre emozioni, delle quali non abbiamo piena conoscenza nemmeno noi. 

Ecco allora che lo specchio può rappresentare un simbolico momento di confronto con la nostra immagine nel mondo reale, attraverso la quale cerchiamo di capire anche cosa gli altri vedono in noi e come ci percepiscono.

Halls of Mirrors è l'ultimo singolo della band Indie-rock irlandese The Spirituals Leaders che affronta attraverso la metafora dello specchio il tema delle nostre insicurezze.

Da un punto di vista stilistico il pezzo mantiene quelle che sono le caratteristiche distintive della band sia in termini musicali che dal punto di vista della stesura del testo. Come in altri lavori del gruppo questa canzone presenta alcuni aspetti criptici già riscontrati nelle liriche dei precedenti brani.

La frase iniziale Io sono la confessione in punto di morte fa già capire all'ascoltatore qual è la chiave di lettura del brano che palesa nell'immediato il suo carattere di non detto e occultato. Nel corso del testo vengono evocate diverse immagini che sono messe in relazione con la difficile condizione di chi tiene nascosti i segreti. 


In questo stato emotivo le colline del paese, da sempre care, sono diventate ripide perché ora le si percorre da soli. Questa situazione arreca un forte dolore che viene curato attraverso l'uso (anch'esso segreto?) delle pillole, con la speranza di tornare come si era prima. Gli specchi a cui fa riferimento il titolo del brano ricoprono l'intera stanza della nostra coscienza e ci impediscono di fuggire dalle nostre riflessioni più intime.

Il brano presenta un'ambiguità tangibile tra le parole che appaiono cupe e desolanti che sono contrapposte al tessuto musicale degli strumenti che si muove in un mood più innocente ed inconsapevole. La canzone si sviluppa infatti come un pezzo fortemente influenzato dai suoni dei synth anni '80 (probabilmente a sottolineare il legame con il passato a cui si vorrebbe tornare citato nelle parole) e da chitarre con sonorità più moderne miste ad un sapore quasi folk.

Anche la melodia della voce si mantiene su una linea che non sottintende affatto alla tristezza, ed il risultato finale potrebbe somigliare ad un brano folk dei Beatles se fosse eseguito dai vecchi Depeche Mode. Queste singolari condizioni rendono questo brano decisamente interessante nel suo saper conciliare aspetti così distanti tra loro in una miscela assolutamente invitante e convincente.