THE RUBY TEARS - Shifting Sand

07.10.2022

Ci mancano le epoche passate perché abbiamo potuto vederne la parte più commerciale, più scintillante, quella raccontata e adornata con una patina dorata che nascondesse ogni imperfezione. 

Spesso le persone si innamorano dei "bei tempi andati che furono" perché hanno un'immagine fissa nella propria testa, fatta di sviolinate nelle serie tv e nei film e di pubblicità che giocano sul senso degli anni perduti. Ma quando ci innamoriamo della musica di un periodo storico, allora lo stiamo vivendo appieno nella sua forma più vera e pura e siamo perfettamente legittimati a inseguirilo.

Gli anni '70 e '60 sono tornati. Sono tornati ufficialmente e alla grande in questo EP super concentrato dei The Ruby Tears, "Shifting Sand". L'EP presenta suoni incisivi, melodie che catturano in profondità e ritornelli sulla cui bellezza si potrebbe scommettere la vita: non è difficile immaginare migliaia di persone che li urlano a squarciagola durante uno show. 

I Ruby Tears hanno preso ispirazione da eroi della storia della musica come David Bowie e i The Clash, con cadenze strumentali tipiche del post-punk degli anni '80 e del rock degli anni '70. Si sente un pizzico di The Rolling Stones buttato dentro, per buona misura, e già questo rende l'ascolto euforico.

"Small Town Valentine" è la traccia che colpisce per prima le nostre orecchie e i nostri cuori, è quasi sgangherata nella sua sensazione generale, con tamburi echeggianti e toni caldi dei bassi. Quando l'organo entra in scena, nella seconda parte della canzone, capiamo di essere davanti a qualcosa di speciale. 

Un vero toccasana, "Small Town Valentine" cambia su se stessa e rimbalza lungo un ritmo blues rock americano con un ritornello che fa tremare le spalle per la voglia di ballare. Lo stile vocale colpisce forte con un pugno grintoso che si riverbera attraverso la canzone e una chiarezza che significa che nessun testo viene perso per il rock. Il blues fluisce e rifluisce sulle dune mentre ci spostiamo verso "Broken Toy".


Simbolo di tutte le canzoni tristi del mondo, "Broken Toy" non lascia nulla al caso. Le parti strumentali sono taglienti e la voce racconta testi che si fondono perfettamente su uno sfondo più pesante e cupo. Le armonie sono nette e in alcuni punti sembra un duetto, con i due strati vocali che si combinano in un nuovo suono rock vox.

I tasti che si sovrappongono verso la fine del brano e una sezione ritmica stellare che mantiene il tono senza farlo diventare noioso o ripetitivo rendono "Broken Toy" infallibile e vincente sotto ogni punto di vista. Lo schema molto più oscuro e più lento regala della vibes bellissime del grande cantautorato americano, quello strappacuore.

Ultima ma non certo per importanza, i Ruby Tears ci offrono "Smash", brano rock-pop ad alta energia uscito direttamente dalla scena punk degli anni '80. Possiamo sentire tantissime influenze, nostalgiche e immersive, così reali che sembra di essere sbucati fuori da una macchia del tempo.

Le morbide armonie ci innaffiano, gli strumenti sperimentali riempiono il vuoto e catturano la nostra attenzione a ogni calo e ogni cresta. La canzone è giocosa e ha un ritornello inarrestabile, costruendo e demolendo dappertutto, fermandosi e cristallizzandosi in una meraviglia rock degli anni '80.

Shifting Sand è una brillante aggiunta alla discografia dei Ruby Tears. L'abilità tonale è disseminata di riff blues e ritmi funky che aggiungono così tanto all'album nel suo insieme e lo rendono realmente irresistibile.

Raccontano:

"Le nostre influenze provengono dalla fine degli anni '60, dal rock degli anni '70, dalla New Wave e dal Post Punk degli anni '80. Tutto ciò che è buono di quel periodo emergerà nella nostra musica ad un certo punto. 

A volte potresti sentire Bowie, The Clash e Burt Bacharach tutti nella stessa traccia; e poi subito dopo in un'altra The Byrds ed Elvis Costello."