THE QWARKS The Tuba EP - Herbielife

07.07.2023

Il Regno Unito è un paese che ha dato i natali a centinaia di musicisti dall'enorme valore artistico. E' indiscutibile il contributo di questa nazione nel panorama del rock e non solo, perennemente in competizione con i colleghi americani con cui si contende il primato di paese più influente per quello che riguarda l'innovazione musicale.

A dispetto della sua aria conservatrice, il Regno Unito ci ha regalato alcuni dei gruppi più all'avanguardia di sempre, che hanno regolarmente gettato i canoni di nuovi stili e tendenze imitate poi da musicisti di altre nazionalità.

Uno degli ultimi esempi che testimonia l'estro e la fantasia dei musicisti di questo paese è la band The Qwarks che con il loro ultimo album intitolato The Tube: Herbielife ci regala un EP di tre pezzi di rock sperimentale dall'alto contenuto di follia. In questi tre brani c'è un'ospite d'eccezione, ossia il bassista e suonatore di tuba Herbie Flowers, figura illustre che vanta collaborazioni di assoluto prestigio con artisti del calibro di Elton John, David Bowie e Paul McCartney.

Il sound dell'album è una sapiente miscela di diversi generi tra cui troviamo il rock, il funky, la psichedelia e il jazz d'avanguardia, il tutto condito da un gusto bizzarro per il surreale ed il nonsense.

Deckchairs è il brano che apre le danze. La tuba esegue un tema sincopato e sardonico che si fa strada nel tessuto musicale in modo quasi canzonatorio. Il resto della band agisce in maniera schizofrenica dividendosi tra accompagnamento canonico e interventi solisti completamente liberi da qualsiasi restrizione accademica. C'è un'atmosfera strana che domina la traccia,, simile a quella di band come Primus in cui la logica lineare dell'arrangiamento tradizionale non trova spazio.

Il secondo brano si intitola Biscuit Man. Un tempo disparo ci da il benvenuto in quel regno di follia che la canzone dipinge a tinte forti. Ascoltando questo brano abbiamo l'impressione di trovarci in un canotto in mezzo al mare, attanagliati dai postumi di una sbronza. Tutto sembra ondeggiare intono a noi.. La struttura stessa del brano si discosta totalmente da tutto ciò che viene definito come normale. Le voci, gli accordi e le frasi degli strumenti che colorano il brano contribuiscono ad alimentare questo apparente caos sonoro che si regge in realtà su solide basi matematiche.

La canzone che chiude l'album è In The Sun. Le note lunghe di un organo aprono il brano seguite dall'ingresso della batteria che tiene un tempo dritto ed inesorabile. La tuba esegue un tema apparentemente in controtempo, ma che rientra puntualmente sugli accenti della batteria. La chitarra ci appare fuori controllo e la sentiamo intervenire a volte con dei cromatismi impazziti e altre volte con fraseggi melodici e accordi compiacenti l'armonia. Anche in questo brano regna un clima di lucida follia che si manifesta attraverso un affresco sonoro che necessita di essere ammirato da lontano per poter essere compreso o quanto meno intuito.

Per tutti gli amanti della musica strumentale consigliamo l'ascolto di questo bizzarro EP.