THE LOWTONES - Radio
Quando la vita sembra buttarci a terra veniamo presi d'assalto da un profondo senso di sconforto in cui ci auto convinciamo di valere poco e di non aver raggiunto nessun traguardo significativo. Guardando i nostri amici ci sembra ancora più evidente il divario tra i loro successi e le nostre fallimentari esperienze.
Complice un clima sociale-economico avverso vediamo vanificati tutti i nostri sforzi e cominciamo seriamente a valutare risoluzioni drastiche per evadere da quel circolo vizioso di pensieri negativi che ormai riempiono la nostra mente e ci ossessionano senza tregua. Vediamo tutto nero e carichi di rancore e rabbia diventiamo sempre più inclini alla malinconia e alla depressione.
Le emozioni negative descritte in questa introduzione sono il tema del nuovo singolo della band The Lowtones intitolato Radio.
I The Lowtones sono un quartetto inglese di Norwich costituitosi nel 2020 alla vigilia del lockdown.
La band propone un ottimo post-punk dalle influenze new-wave anni '80. Il loro ultimo brano parla della lotta interna ad ognuno di noi contro i pensieri negativi e autocritici che scaturiscono dalla nostra mente delusa e amareggiata dalla vita. Un confronto impari da cui è difficile uscire vincitori, che trova nelle note e nell'atmosfera del brano una realistica rappresentazione.
La melodia iniziale eseguita dalla chitarra apre questo brano su toni malinconici che nascondono un sentimento di rabbia latente espresso dal deciso tappeto sonoro di basso e batteria. La progressione degli accordi è accattivante e in linea con lo spirito post-punk che caratterizza la band sin dai primi lavori. Il sound di questo brano ci trasporta negli anni '80 con i suoi suoni ricchi di riverbero e le chitarre taglienti.
Anche la voce del cantante si ispira stilisticamente a quell'epoca coi suoi toni allucinati e disperati che sembrano gridare un disagio esistenziale profondo. Il pezzo pompa potentemente creando un conflitto tra il solido accompagnamento e le chitarre, che insieme alla voce costruiscono una trama volutamente confusa e frastornante.
L'aria è cupa e pesante e ci sembra di trovarci all'interno di un incubo da cui non riusciamo a svegliarci. Ci sentiamo come una mosca che continua a sbattere contro il vetro cercando come impazzita di uscire. Dopo il secondo ritornello assistiamo ad una variazione in cui la batteria si produce in una lunga rullata in solitaria durante la quale gli accordi della chitarra eseguono velenosi interventi che ci portano alla coda del brano.
Nel finale dl questa canzone il ritornello si ripete in maniera ossessiva, sempre coadiuvato dalla seconda voce. Quando l'ultimo accordo viene suonato ed il brano finisce rimaniamo a fissare il vuoto con il respiro affannato e la fronte bagnata di sudore.