THE LACONIC - Amor Fati

18.04.2023

Nella musica strumentale quello che colpisce maggiormente è l'abilità del musicista di esprimere emozioni e sentimenti soltanto con l'ausilio delle voci e dei timbri degli strumenti impiegati nella composizione. Questo procedimento creativo esula dalla tradizionale forma-canzone in cui viene delegato ad un testo il compito di comunicare specifiche informazioni. 

Le melodie costruite dai vari elementi in gioco andranno a costituire frasi profondamente espressive, evocative di immagini ed impressioni. L'ascoltatore che si trova davanti una composizione di questo tipo sa che sta entrando in contatto con il punto di vista e la prospettiva del suo autore, come in una ripresa filmica in soggettiva che ci mostra la realtà così come la vede e la percepisce il regista.

Quanto scritto nell'introduzione di questo articolo è quello che succede nel brano Saber, ultimo singolo del progetto musicale di Marc Pelath dal nome The Laconic. L'artista di Chicago è specializzato in composizioni senza parole che esplorano suoni e melodie in una continua ricerca sonora che si concretizza in appassionanti avventure immaginative.

Questo ultimo brano non fa eccezione presentandosi come un viaggio turbolento attraverso paesaggi sonori suggestivi e coinvolgenti. Il genere di riferimento di questa traccia è il metal progressive, ma filtrato attraverso la personale concezione ritmica e armonica di Marc che sembra abbracciare quel canone per riscriverne i fondamentali.

Un tema fantasioso di pianoforte con note rapide e precise apre la traccia mentre il basso e la cassa cominciano a pompare con forza per dare lo start definitivo del brano. La traccia si muove attraverso un tempo disparo in cui gli strumenti si avvicendano per creare un muro di suono in perenne movimento ellittico. L'atmosfera del brano presenta delle zone di ombra dal gusto drammatico che impreziosiscono il dialogo tra gli strumenti arricchendolo di sfumature. 

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Ogni elemento è perfettamente bilanciato nell'economia del brano che vede in atto l'esecuzione di partiture piuttosto complesse che vedono il realizzarsi del proprio potenziale attraverso una saggia messa in scena delle voci. Sono molti gli stili che riecheggiano nei sei minuti abbondanti della durata della canzone, dalla teatralità della Classica contemporanea, all'inventiva descrittiva della musica da film, passando per le oniriche suggestioni del prog-rock anni'70.

Il brano scorre veloce e vorticoso in un susseguirsi di interventi vivaci che sembrano voler deviare la rotta, ma che alla fine confluiscono di nuovo ciclicamente nel dinamico incastro ritmico che domina la traccia. La composizione va a chiudersi con un progressivo abbassamento di volume in cui gli strumenti non concludono la loro folle corsa, ma continuano nel loro impetuoso moto in avanti che immaginiamo andrà ad incarnarsi in nuove manifestazioni sonore, seguendo la legge della conservazione della massa per cui nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma.