THE DEAD BLUES CLUB X MONEÕ - Party Tricks (Moneõ Remix)

13.02.2023

Quando un individuo si trova in una condizione di isolamento, che sia volontario o forzato, si trova a dover fare i conti con il suo Io più profondo che può rivelarsi essere il suo peggior nemico. Il confronto faccia a faccia con la nostra psiche è un atto che spaventa e paralizza. 

Nessuno sa con assoluta certezza quello che è nascosto nel proprio inconscio e una situazione di solitudine può facilmente innescare meccanismi di autoanalisi che potrebbero portarci ad una dolorosa consapevolezza di noi. I nostri demoni sopiti possono risvegliarsi e venire a tormentare la nostra mente che si trova priva dei mezzi necessari per affrontarli. 

Una tendenza all'autodistruzione è sicuramente spia di un profondo disagio emotivo di cui è molto difficile capirne l'origine.

La canzone Party Tricks del progetto solista di Richard Gray intitolato The Dead Blues Club è l'ultimo singolo estrapolato dall'album Vol. 1.

L'intero progetto nasce come catarsi di un periodo turbolento e problematico dell'artista che si è tradotto in un disco che riesce ad esprimere una dolorosa condizione esistenziale, sintetizzata nelle varie tracce da cui emergono atmosfere e vibrazioni cupe e riflessive.

La canzone di cui ci stiamo occupando è una traccia di musica elettronica dai toni distorti e inquietanti. Il pezzo si sviluppa attraverso un beat intermittente che viene intramezzato da suoni di varia natura che suggeriscono un'ambientazione di degrado e malessere. 

La voce in questa traccia ricorda a tratti quella di Marilyn Manson con cui condivide una ruvida emissione che sottintende ad uno stato di salute mentale delirante. Questo brano, così come la traccia "Submarines", trattano infatti le sensazioni fisiche negative conseguenti al un fallito tentativo di disintossicazione, caratterizzato da attacchi di panico e un senso di malessere e disperazione persistente. Tutta la traccia risulta rumorosamente perturbante. 

Questa atmosfera è creata dai vari suoni campionati che sono stati inseriti maliziosamente all'interno del tessuto sonoro del brano proprio per enfatizzare un senso di inquietudine emotivo.


Il pezzo che stiamo ascoltando è tributario, in termini di intenzione, di molti generi e sottogeneri tra cui spicca un'impronta industrial abbastanza marcata che avvicina questo brano alle suggestioni elettroniche di Trent Reznor.

Disturbante è l'aggettivo che maggiormente riesce a definire questi quasi tre minuti e mezzo di sperimentazione sonora in cui è possibile immedesimarsi con la condizione psicologica disegnata dalle contagiose note che serpeggiano tra i beat del pezzo.

Questo brano rappresenta un affresco realistico e coinvolgente di un determinato stato mentale e fisico con cui è dannatamente facile e maledettamente pericoloso entrare in empatia.