
THE AFRO NICK - Get There Before Noon (LA mix)
Per conformarci nella società attuale siamo costretti a piegarci alle regole sociali, in alcuni casi perfino ad annullarci. Ma perché dobbiamo arrivare a tanto per essere accettati? Perché dobbiamo soddisfare gli altri, ignorando le nostre più basilari esigenze?
Queste sono le domande che si pone The Afro Nick con "Get There Before Noon", una canzone che punta il dito contro il conformismo e una società che ci impone standard che non ci piacciono o di cui semplicemente non ce ne importa nulla, ma non possiamo ignorarli.
Prima di concentrarci sul significato intrinseco della canzone, conosciamo meglio The Afro Nick, nato a Creta e cresciuto ammirando estasiato gli spettacoli musicali itineranti dei musicisti rom nelle strade acciottolate veneziane dell'isola greca. The Afro Nick ha poi iniziato il suo giro per il mondo portandosi dentro questa eredità "zingara" che celebra una vita libera e senza catene.
"Get There Before Noon" nasce dopo una notte a New York City, con i postumi di una sbornia, quando l'artista doveva arrivare ad una sessione di registrazione prima di mezzogiorno. Proprio il senso di urgenza ha dato il la non solo alla narrazione letterale, ma anche ad una metafora più profonda sulla natura fugace della vita.
"Devo vivere questa vita. Non ieri, so che dirai. Troverò la mia strada, ma tutto quello che devi fare è arrivare prima di mezzogiorno" – questo è uno dei passaggi chiave del brano, dove si può leggere il vero messaggio di The Afro Nick.
Il passato è ormai inamovibile, non possiamo certo modificarlo, ma nel presente siamo noi i padroni del nostro destino e lo indirizziamo con le nostre scelte. La scadenza prima di mezzogiorno è una chiara metafora: è un invito a cogliere l'attimo, sfruttando il tempo fugace di oggi prima che scivoli nell'abisso irrecuperabile di ieri.
"Get There Before Noon" è un brano rock alternativo con un cocktail sonoro di chitarre elettriche, synth e batteria tra le quali danza la voce cruda e appassionata di The Afro Nick, che si muove come un vagabondo irrequieto e meditabondo nel paesaggio sonoro portando il peso delle sue esperienze vissute e dei sogni irrealizzati.
Il testo parla di come le forze esterne cerchino di tracciare la nostra identità, laddove dovremmo essere noi a plasmarla a nostra immagine e somiglianza. Tuttavia non è una canzone di resa, anzi, è un manifesto all'autoliberazione e all'autodeterminazione per rivendicare il diritto di vivere la propria vita secondo le proprie condizioni, e non quelle di altri.