SPIRIT GUN - The Antonym

02.02.2023

Gli anni '90 sono stati un periodo molto ricco musicalmente parlando. Alcuni generi hanno conosciuto la loro consacrazione, altri sono apparsi per la prima volta e qualche altro ancora si è avviato sulla strada del tramonto. Fra tutte le tendenze di quella decade il Grunge ha sicuramente ricoperto un ruolo predominante. 

Abbiamo già parlato ampiamente su queste pagine di come la generazione degli adolescenti negli anni '90 si sia trovata in sintonia con le canzoni delle band appartenenti a questa corrente musicale che ha ancora oggi un seguito notevole. 

Infatti molte band a noi contemporanee hanno scelto di dedicarsi a quella particolare formula espressiva che ha mantenuto inalterata nel tempo la sua carica emotiva.

Una band dei nostri giorni che ha deciso di esprimersi attraverso un linguaggio molto in linea con il Grunge sono gli Spirit Gun che hanno recentemente rilasciato un 'interessantissimo Ep intitolato The Antonym.

Il genere di riferimento di questa formazione è quella particolare area del Grunge la cui composizione chimica è 2/3 di punk e 1/3 di hard rock.

Il disco che stiamo analizzando è costituito da quattro pezzi in cui la band dà fondo a tutta la sua energia per regalarci un'intensa esperienza musicale ad alto tasso di adrenalina.

Il primo brano si chiama 9:30 ed è il miglior esempio di come aprire un album del genere. La canzone è sparata veloce, potente e trascinante con tutto il gusto punk-rock di cui la band è capace. I suoni sono grossi e definiti. 

Quando il brano sembra finire, il basso continua la sua corsa con la metà del tempo eseguendo ancora il giro portante che capitola in un reprise del ritornello a velocità dimezzata che chiude il pezzo con un bel groove cadenzato. Il secondo brano in lista è The Antonym. Un ottimo giro di basso apre la traccia seguito dalla batteria e dalla voce. 

Quando entra la chitarra il brano decolla alla grande e si scatena con una foga che ci ricorda in qualche modo l'energia di band come Nirvana e Foo Fighters. C'è molta grinta in questa traccia in cui tutti gli strumenti pompano con una verve davvero intensa.

Il terzo brano è No Reverse, un altro esempio di pura energia punk che si avvale però di suoni decisamente più pesanti e puliti. Ogni strumento è perfettamente intellegibile e possiamo cogliere tutte le sfumature che arricchiscono di valore questo Ep. Shorty Red è la traccia che chiude il disco. 


Il brano presenta un dinamico intro strumentale in cui il basso, indiavolato esegue un affascinante giro mentre la batteria picchia forte e la chitarra si sbizzarrisce in note dissonanti eseguite in sedicesimi. Gli strumenti si fermano sfumando e lasciano il passo alla voce che decreta il nuovo tempo del pezzo che assume ora le fattezze di una ballad acida.

Questo brano è l'episodio più melodico del disco, ma la sue armonie sono malinconiche. L'arrangiamento di questo brano è particolarmente curato sia nell'accompagnamento che negli assoli di chitarra. Su queste suggestioni acide la traccia si chiude ponendo fine al disco.

Questo Ep ci ha convinto pienamente facendoci riassaporare quelle vibrazioni e quell'energia che non sentivamo da tempo.