SPARKBIRD - November

30.10.2023

Nel corso della nostra infanzia e dell'adolescenza possiamo vivere situazioni traumatiche che possono essere sminuite nella loro gravità dai nostri genitori o dalle persone che ci sono intorno. Molto spesso un evento traumatico porta con sé un seme malevolo che può trovare sfogo anche molti anni dopo il fatto che lo ha scatenato.

Alcune persone vittime di abusi o di violenza sviluppano comportamenti antisociali e spesso rivolgono verso sé stessi quella rabbia attraverso atti di autolesionismo. Un trauma non elaborato può anche portare allo sviluppo di disturbi dell'alimentazione o del sonno che possono inficiare la salute mentale di chi ha subito quella ferita. Non sempre chi soffre riesce a chiedere aiuto e spesso i tentativi di attirare l'attenzione non vengono colti.

Le parole che hanno aperto questo articolo sono ispirate all'ultimo singolo di Sparkbird intitolato November. In questo stupendo ed originale brano Stephane Nance (vero nome dell'artista) ci introduce ad un tema molto delicato e tristemente diffuso, ossia il trauma ed il consenso in cui esplora la complessità delle emozioni umane difronte ad una ferita non necessariamente solo emotiva.

La canzone si apre come un brano rock eseguito da un'orchestra. C'è un tempo di batteria lento su cui si dispiegano melodie di archi che conferiscono un'aria di autorevolezza e serietà al messaggio del brano. La linea vocale si inserisce in questo contesto maestoso con una melodia ambigua fatta di note lunghe ed agili evoluzioni che ci danno l'impressione di qualcosa che vorrebbe uscire da dentro, ma che non può essere spiegata in modo semplice.

Dopo i primi versi c'è un notevole cambio di passo, come se il protagonista del pezzo stesse cercando un modo alternativo per esprimere il concetto. Il tempo di batteria si ferma e gli archi cominciano a vibrare velocemente. Il pianoforte si abbandona ad un accompagnamento cinematografico mentre il cantato vira ad una narrazione più urgente e diretta.

Il testo della canzone evoca molte immagini alcune delle quali piuttosto esplicite. Parole come coltello, lama arrugginita ed i verbi strappare e lacerare fanno riferimento a qualcosa di terribilmente spiacevole avvenuto nel passato e che non sono stati dimenticati.

Il testo presenta anche delle espressioni enigmatiche come "la mia porta a due tempi" che può farci pensare ad un abuso sessuale ed il fatto che si faccia riferimento ad una certa "familiarità che provoca indifferenza", potrebbe stare a significare che quell'azione è stata talmente reiterata nel tempo da provocare abitudine.

Il brano sembra nascondere dietro la sua esuberanza espressiva un'emotività compromessa, come se il protagonista non riuscisse a parlare direttamente e avesse bisogno di quel corpus musicale per esprimersi. Il testo va in direzione quasi opposta alla musica come se Stephan ci invitasse ad andare oltre quel maestoso apparato musicale e di leggere bene tra le righe cosa sta dicendo.

Il brano ha diversi cambi di tempo, riprese e variazioni su cui si staglia la sua voce che si esprime su toni simili ad un numero di cabaret drammatico.

Un brano stupefacente che ci ha totalmente scioccato sia per la sua struttura anticonformista che per il suo messaggio di vulnerabilità e resilienza.