SOPHIA STEPHENS - Remnantal

16.08.2023

Siamo in piena estate, fuori c'è un caldo pazzesco e soltanto l'idea di mettere il naso fuori dalla porta sembra assoluta follia. Di contro, il caldo ha fiaccato anche il nostro fisico e non abbiamo assolutamente voglia di fare niente. E' meglio sdraiarsi sul divano con le tapparelle abbassate e ascoltare un po' di musica. 

Schiacciamo il tasto play e ci facciamo trasportare dalle note. Il dolce suono di una chitarra acustica ci viene in soccorso facendoci viaggiare con la fantasia e portandoci lontano dai nostri problemi. La musica è dolce e potente allo stesso tempo e se chiudiamo gli occhi ci sembra di volare in un cielo azzurro, ci sentiamo liberi e sereni, non abbiamo bisogno di altro.

La musica che viene ascoltata nel racconto immaginario in apertura di questo articolo non può che essere quella di Sophia Stephens che con il suo ultimo EP intitolato Remnantal, ci regala un'esperienza sonora intima ed avvolgente in grado di farci dimenticare le nostre preoccupazioni e trasportarci in un luogo affascinante e benevolo. A dispetto della sua giovanissima età Sophia Stephens ha già una personalità artistica molto marcata che la rende unica.

Remnantal contiene quattro brani che testimoniano l'amore dei Sophia per i vari generi musicali. Ogni traccia differisce infatti dall'altra sia per lo stile che per il linguaggio musicale adottato dimostrando l'eclettismo di questa giovane musicista.

La traccia che apre l'album è Shadowlit, una ballad acustica dai toni rilassati ed eterei. Il dolce strumming della sei corde accompagna la bellissima melodia della voce che si dispiega in una narrazione fluida e affascinante. Il timbro vocale di Sophia è molto particolare, soprattutto nelle note basse che risultano piene e vibranti.

Il secondo pezzo è Submerge. Una melodia di pianoforte apre la traccia in modo quasi teatrale. La linea vocale è intensa. Mano a mano che la traccia avanza siamo investiti da un'orchestrazione maestosa che rende l'atmosfera di questa canzone simile a quella di alcune colonne sonore. La prova vocale di Sophia in questo brano è incredibilmente partecipata e si lega indissolubilmente al pathos della traccia.

Never Spoke è un brano che si muove sui lidi malinconici e introspettivi dell'indie-rock. La voce è accompagnata dalla chitarra acustica e dalla batteria che creano un ambiente minimale, ma di grande effetto. La progressione degli accordi è molto interessante, nostalgica e struggente. Il brano procede con il passo deciso di chi non si guarda indietro finché un pianoforte non si inserisce nel tessuto musicale portando un maggiore colore all'armonia del pezzo.

L'ultimo brano in lista è Familiar. Pochi accordi di pianoforte aprono la traccia, ma il sound del pezzo vira velocemente ad un dream.pop contaminato dall'elettronica. Anche in questo caso la voce è l'elemento che aumenta a dismisura il valore della traccia. Siamo molto colpiti dalla bellezza e dall'espressività dei fraseggi della voce che si muovono leggeri, a tratti forti e in altri punti dolci e quasi sussurrati. Un bellissimo brano, moderno e fresco che chiude un album ricco di intuizioni e ottime idee.