SOLARI - Hard Town

03.08.2023

Chi è nato in un piccolo paese ed ha dovuto trasferirsi in una grande città per studio o per lavoro conosce bene la differenza tra la vita in un grosso centro urbano e quella in un borgo. Alcuni piccoli paesi benché siano stati raggiunti da una certa dose di tecnologia rimangono tuttavia ancorati ad un tempo in cui la vita era molto più semplice. 

In quei paesi tutti conoscono tutti, i servizi sono raggiungibili a piedi, la burocrazia è agevolata se non aggirata in virtù di rapporti di amicizia o di parentela. Di contro, si muore di noia, non succede mai niente e l'unico svago esistente è il bar sotto casa. Nelle grandi città c'è il problema opposto. Si usa quasi tutta la giornata per spostarsi e lavorare. Nel tempo libero si dorme perché la città stanca. Si prova un sentimento di amore/odio per la città perché è difficile, ma offre davvero molto.

Le parole in apertura di questo articolo ci state ispirate dall'ascolto dell'ultimo singolo del progetto musicale Solari, intitolato Hard Town. Le menti dietro a questo progetto sono il produttore David Baron ed il batterista e programmatore Renée Hikari.

Questo brano di pop elettronico è un racconto distopico su una città immaginaria in cui i propri abitanti sono intrappolati come in un labirinto in cui passano la maggior parte del tempo tra lavoro e spostamenti, ma allo stesso tempo sono anche attratti e affascinati da quello che hanno intorno.

Il brano si apre con alcuni accordi di synth che disegnano l'armonia principale del pezzo. Dopo due misure di cassa in quattro parte il cantato e l'accompagnamento si attesta su un mid tempo affascinante ed evocativo. La linea vocale è eseguita da due voci che si sovrappongono all'unisono creando una strano timbro elettronico che rappresenta la freddezza della vita cittadina.

L'arrangiamento del brano è ispirato alla musica elettronica degli anni '80, e la scelta non è casuale. Nel video promozionale che accompagna l'uscita del singolo possiamo vedere gli attori aggirarsi per una città che ha l'aspetto di una grande città degli anni '80. L'intero video riprende quell'immaginario fatto di videogiochi cabinati, metropolitane e di scritte realizzate con la grafica in 16bit. L'atmosfera del brano è fredda e asettica e ricalca lo spirito di alienazione e degrado urbano imperante nella società di quell'epoca.

Alle luci sfavillanti delle insegne al neon corrisponde un sottobosco di persone relegate in vite squallide e tristi. Come in un paese dei balocchi perverso i protagonisti della canzone si aggirano in branco facendo i balordi, ma è possibile vedere il disagio e la tristezza nei loro sguardi.

Un bellissimo pezzo che parla di una società immaginaria che assomiglia pericolosamente a quella in cui viviamo noi oggi.

Per ulteriori informazioni riguardo i Solaris potete cliccare questo link: https://hereandnowrecordings.com/solari