SIRRUS MINOR - Back to June
La nostra vita è un lungo cammino fatto di incontri, sentieri e scelte. In questa strada lastricata di dolore e sofferenza lottiamo ogni giorno contro il mondo esterno, ma anche con i nostri demoni interiori. Arriva per tutti un momento in cui dobbiamo deporre le armi, per riprendere fiato e per non soccombere sotto il peso delle mille sfide che abbiamo incontrato.
Abbiamo combattuto con onore e se dovessimo tirare le somme, potremmo dire che c'è stato un pareggio. Non abbiamo vinto, ma non abbiamo nemmeno perso. Eppure ci ricordiamo che una volta eravamo diversi, eravamo felici. Quella è stata l'estate della nostra vita e se vogliamo tornarci dobbiamo andare via e chiudere con questa guerra che non vedrà mai un vincitore.
Le parole che hanno aperto questo articolo sono ispirate alla canzone Back To June, ultimo singolo di Sirrus Minor. In questa strana ballata indie-rock il cantante di Manchester racconta la storia di una disfatta morale, analizzando i sensi di colpa che prova il protagonista del brano in seguito alla sua scelta di smettere di combattere.
Il brano si apre con un arpeggio di basso ipnotico su cui la voce inizia la sua narrazione. Il timbro della voce è calmo e pacato , ma è possibile scorgere un velo di tristezza. E' un'atmosfera fredda quella che si percepisce, asettica e sconsolata. L'immagine che evoca questo brano è quella di un esame di coscienza, un dialogo interiore in cui si guarda in faccia il proprio io con estrema sincerità.
La linea melodica della voce ci ricorda alcuni brani dei Beatles più misteriosi e ambigui. L'apparato strumentale è piuttosto scarno, infatti oltre al basso possiamo ascoltare un tappeto di tastiera e un tema minimale di pianoforte. Poco dopo il minuto di durata l'arrangiamento però si arricchisce con l'ingresso della batteria e di una chitarra acustica. Le tastiere si fanno più dinamiche come a mostrare simbolicamente la via per uscire dal tunnel in cui si trova il protagonista del brano.
Il testo affronta la difficoltà di compiere una scelta che potrebbe sembrare essere stata presa per codardia. Il giudice interiore del protagonista giunge però alla conclusione che non c'è vergogna a smettere di combattere perché quello che davvero conta è tornare ad essere felici come quando non esistevano ancora nella nostra vita tutti i conflitti che ci hanno avvelenato il sangue.
I toni aperti e luminosi della seconda metà del brano ci suggeriscono che una decisione è stata presa ed è l'unica che può renderci nuovamente felici, lasciar andare tutto quello che ci ha ferito e abbracciare la nostra vita senza ripensare al passato.
Un brano molto suggestivo da ascoltare ad occhi chiusi.