SCOTT CLAY - Let It All Lay Bare

20.11.2023

Quello della pandemia per tutta l'umanità è stato sicuramente un periodo buio, durante il quale ognuno di noi ha chiuso la finestra sul mondo vivendo rinchiuso tra le 4 mura domestiche. Eppure per certi versi proprio il lockdown ci ha spinto ad apprezzare le cose che avevamo e, perché no, approfittare del momento di pausa per dedicarci a qualche progetto rimasto nel cassetto per troppo tempo a prendere polvere.

Ed è esattamente quello che ha fatto Scott Clay, artista di Nashville, che ha registrato 6 canzoni prima della pandemia per poi registrare le altre 4 da remoto. Le 10 canzoni finali hanno dato vita a "Let It All Lay Bare", un album dai mille significati dove la voce roca e profonda di Clay si alza come un vento caldo che guida attraverso le pianure sonore della musica per condurre verso campi di sconfinata bellezza.

L'album comprende un po' di tutto: storie di relazioni, eventi storici rilevanti e manifestazioni di bellezza naturale che vede come filo conduttore la musica complessa ma allo stesso tempo semplice, poiché capace di arrivare dritto al cuore degli ascoltatori. Il lavoro di Clay spazia da riff dal sapore vintage ispirati agli anni '60 a ballate folk sperimentali, il tutto accompagnato dai testi profondi e dalla sua voce distintiva per un viaggio introspettivo.

Clay è così bravo a far immergere gli ascoltatori nelle sue canzoni poiché quelle ambientazioni che racconta e che canta le ha viste e vissute di persona. Quando non crea musica Scott ama infatti viaggiare ed esplorare la bellezza naturale del mondo che ci circonda. E proprio nel periodo di pandemia ne ha approfittato per visitare diversi parchi nazionali, portando con sé la videocamera per documentare le sue esperienze che lo hanno ispirato per la realizzazione di questo album. Questa full immersion nella natura lo ha aiutato anche a sbloccare la sua creatività artistica.

L'album inizia con l'omonima canzone "Let It All Lay Bare" ("Lascia che tutto sia messo a nudo"), una canzone introspettiva, un invito ad aprirsi e a mostrare i propri veri sentimenti dove sullo sfondo si sentono sfumature ed echi dei REM e di Tom Petty. I tamburi battenti e le scintillanti chitarre creano un paesaggio sonoro dove lasciarsi andare e liberarsi dalle proprie inibizioni.

Il disco offre canzoni allegre e disinvolte, come "Nothing Like The Real Thing" in stile George Michael, oppure come "Baptize Me" dal ritmo funky e coinvolgente. In "It's Easy", con le sue influenze rockabilly, Scott rende omaggio alla sua spiaggia preferita nella zona di Seattle. L'artista ha definito quella spiaggia un "luogo in cui è normale sentirsi come una comunità e suonare accanto al falò mentre il sole tramonta".

Ebbene, "It's Easy" sembra proprio ricreare quell'ambientazione, quindi se vuoi essere catapultato su una spiaggia con il dolce sussurrio del mare al tramonto devi solo chiudere gli occhi e lasciarti trasportare da questa canzone.

Ci sono anche storie vere, come "Chief Jospeh", brano ispirato alla storia di un leader della popolazione amerindia dei Nez Perce che lottò contro l'esercito degli Stati Uniti che cacciò i nativi americani dai loro territori, o come "Aurora", la storia di un amico volato in Islanda per ammirare la bellezza fulgida e mozzafiato dell'aurora boreale.

"Let It All Lay Bare" è un'esperienza musicale, ma anche un viaggio spazio-temporale che si trasforma in melodia cavalcando robusti ritornelli e pezzi profondamente emotivi che ci invitano davvero a mettere a nudo le nostre emozioni. Pronto per questo viaggio senza meta alla scoperta del mondo?