RUUD VOESTEN - Goesting

20.06.2023

Nella Divina Commedia Dante Alighieri compie un viaggio immaginario dell'aldilà visitando l'Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso, ossia rispettivamente il regno del peccato, quello dell'espiazione e quello della salvezza. Il Vate immagina l'Inferno diviso in nove gironi per altrettante categorie di peccatori. Nell'Inferno dantesco i peccatori vengono puniti con la Legge del Contrappasso che prevede di infliggere al condannato la stessa pena che ha determinato il suo castigo. 

Il primo girone che Dante vede è il Limbo, in cui ci sono le anime di chi è morto con il peccato originale, quindi bambini nati morti (senza battesimo), le persone rette nate prima di Cristo e chi non ha avuto modo di conoscere il messaggio di Dio. Il primo girone vero e proprio è quello dei lussuriosi, ossia dove ci sono le anime di chi si è abbandonato alle proprie passioni ed ai propri vizi senza curarsi dell'etica e della morale.

L'introduzione di questo articolo si è resa indispensabile per presentare l'ultimo singolo del batterista e compositore olandese Ruud Voesten intitolato Goesting, un brano strumentale ispirato proprio al girone dantesco dei lussuriosi.

Nella Divina Commedia i peccatori macchiatisi di lussuria sono condannati a vivere all'interno di una bufera infernale che simboleggia il vento delle passioni che li hanno travolti in vita e che non sono stati in grado di contrastare con la propria forza d'animo.

Quello che compie Ruud Voesten con questa sua composizione è una trasposizione in musica di quello che Dante vede nel secondo girone. Il brano che stiamo ascoltando inizia con un tema di pianoforte che anticipa una sezione di archi. L'atmosfera evocata è pesante e tetra e suggerisce lo stato di sofferenza delle anime dannate, trascinate dal vento infernale.

Una seconda sezione di ispirazione jazz fa la sua comparsa nella narrazione musicale. Qui spicca il contrabbasso pizzicato che marca l'eternità e la solennità del momento, mentre i fiati eseguono fraseggi che mantengono alta la tensione. A circa metà del brano il pianoforte torna protagonista eseguendo passaggi dissonanti e angosciosi. L'accompagnamento di batteria sembra carezzare quasi rabbiosamente le melodie e le armonie del pianoforte.

C'è una certa cupezza che si respira forte in questa composizione. La scelta del linguaggio del jazz si rivela particolarmente efficace per rendere la sensazione di disperazione che l'opera di Dante racconta. Verso il sesto minuto di durata la composizione assume toni quasi onirici, il pianoforte continua con la sua inquieta interpretazione mentre gli altri strumenti lo assecondano. Nella parte finale del brano il violino intona una melodia struggente, cupa e disperata che ci porta alla conclusione in cui tutti gli strumenti tacciono come a lasciare spazio alla muta contemplazione del concetto di infinito e di eternità.

Questo brano ci ha coinvolto molto profondamente lasciandoci immaginare il dolore della anime dei lussuriosi, condannate ad essere travolte dal vento per sempre, senza fine. Un ascolto assolutamente consigliato!