RUBY TOPAZ - Rabbit Hole

09.03.2023

Gli anni '60 e '70 sono stati senza ombra di dubbio il periodo più prolifico per il rock. In quegli anni non esistevano ancora tutte le definizioni dei sottogeneri con cui identifichiamo le varie correnti oggi. In virtù di questo fatto venivano radunate sotto la parola rock bands anche estremamente diverse tra loro. 

Essendo in quegli anni il rock un genere ancora abbastanza giovane c'era un grande fermento sperimentale per cui ogni band dava vita alla sua propria concezione senza preoccuparsi di rimanere in determinati canoni poiché non esistevano ancora. E' proprio grazie ai gruppi di quel periodo se oggi esistono tutti i generi che conosciamo e ogni amante del rock non potrà non essere d'accordo con questa affermazione.

Alla luce di queste considerazioni il nuovo album di Ruby Topaz intitolato Rabbit Hole si configura come uno straordinario omaggio al rock di quel periodo. Quattordici brani incredibilmente ben scritti e ottimamente suonati in cui lo stile delle maggiori band dell'epoca riecheggia in composizioni originali in grado di trascinare l'ascoltatore in quel periodo di frenetica creatività che ha rappresentato l'epoca d'oro del rock.

Nel nostro viaggio all'interno della tana del coniglio riusciamo a scorgere i principali punti di riferimento per questo strepitoso album. Dai Led Zeppelin a David Bowie, dai Beatles ai primi Queen lo stile di questo album si plasma sulle immortali atmosfere che questi artisti hanno saputo creare, rivisitate attraverso l'eclettica personalità di Ruby che riesce a rievocare quel mood unico di cui sentiamo ancora l'importanza anche nel panorama attuale. 


Il talento di Ruby Topaz è riscontrabile sia da un punto di vista della tecnica strumentale che da un punto di vista di doti vocali. La voce in questo lavoro mette in mostra tutto il suo potenziale esibendo un range impressionante che riesce ad aderire perfettamente allo spirito creativo e attitudinale del rock.

Dalla prima all'ultima traccia di questa raccolta di brani possiamo apprezzare il sound ed il feeling di gente vera che suona strumenti veri proprio come avveniva prima dell'avvento di tutta la spersonalizzante tecnologia da cui i musicisti di oggi dipendono. Il gusto per gli assoli, le dinamiche, gli urli selvaggi e pieni di adrenalina ed i ritmi di batteria pulsanti sono il perno fondamentale di un disco che sembra essere stato concepito e prodotto in quegli anni.

E' riscontrabile una cura quasi maniacale per gli arrangiamenti in cui ogni suono risulta assolutamente giusto ed indispensabile per la resa ottimale di ogni singolo pezzo. Possiamo considerare questo album come l'ultima tessera del ricco mosaico del rock classico. Un album caldo ed ispirato che non può mancare nella collezione di un vero amante del rock.