RAMENER - In Her Hand

04.10.2023

Immaginiamo di trovarci all'interno di una stanza fredda nella quale riesce ad entrare soltanto un sottile raggio di luce artificiale. Indossiamo una giacca con le maniche legate dietro la schiena, siamo scalzi e sporchi. Tremiamo e piangiamo sbattendo la testa contro le pareti abbondantemente imbottite. Le parole che escono dalla nostra bocca sono sconnesse e prive di senso e non riusciamo ad esprimerci in modo chiaro.

La nostra testa sta pulsando all'impazzata e dietro i nostri occhi ci appaiono immagini del nostro passato. Cerchiamo di invocare un nome, che è l'unico che riusciamo a ricordare anche se non sappiamo a chi appartenga, potrebbe essere quello del nostro amore perduto o forse quello di nostra madre. Mentre ci disperiamo il sedativo comincia a fare effetto e sprofondiamo di nuovo nel buio.

La drammatica introduzione di questo articolo ci è stata ispirata dall'ascolto dell'ultimo singolo dei Ramener intitolato In Her Hand, un cupo e pesante brano metal che racconta una storia di dolore fisico e mentale su cui aleggia lo spettro della follia. La band di Long Island affonda le sue radici nel rock e nel metal degli anni '90 pur mantenendo una coerenza stilistica che li rende assolutamente attuali.

Il brano si apre con i pesanti passi eseguiti all'unisono dalla chitarra e dal basso che trascinano in avanti un scambio di accordi ruvido e stoppato. Con l'ingresso della batteria entra in scena anche la voce che si presenta con un timbro sofferto e intenso. La linea melodica della voce presenta delle impennate molto espressive che coinvolgono l'ascoltare con la sua forza emotiva. Mano a mano che il pezzo procede i suoni si intensificano e al palm muting che ha aperto la traccia si sostituisce una pennata aperta e potente che ci catapulta nella dimensione più oscura dell'anima.

Il ritmo è sostenuto con vigore ed energia e la distorsione delle chitarre asseconda questo incedere maestoso. A circa metà del brano appare una variazione che fonde insieme ritmica serrata e melodia rendendo il sound del pezzo più vario ed incisivo. Scorgiamo una eco delle melodie sinistre dei Black Sabbath in questa parentesi strumentale che ci porta ad un momento di quiete apparente.

Dopo questa sezione gli strumenti vengono lasciati a risuonare come ad insinuare un scorcio di speranza alla condizione di sofferenza oggetto del testo. Piano piano il brano torna a guadagnare strada, il riff iniziale viene nuovamente esposto, ma accompagnato da granitici colpi di cassa che diventano sempre più stretti fino a sfociare di nuovo al tempo cadenzato che ci ha condotti fino a lì.

La prova vocale è senza dubbio la ciliegina sulla torta e la parte finale della traccia è affidata ai rabbiosi acuti di petto del cantante che dominano la coda del brano.

Un brano strepitoso ricco di pathos ed incredibilmente intenso.