PROKLAIM - THIEVES

20.11.2023

Quella che definiamo pazzia è sostanzialmente un risultato statistico. Viene chiamato folle chi ragiona e si comporta in maniera differente dalla massa. Ma cosa succederebbe se all'improvviso quel modo di agire così controcorrente diventasse il modello comportamentale della maggioranza? Ecco allora che i ruoli si invertirebbero e chi prima era considerato sano ora sarebbe additato come pazzo.

Purtroppo quanto appena affermato non è una fantasia distopica, ma la realtà. Basta vedere cosa accade ogni giorno nella nostra società "moderna". Il mondo è in preda al caos, tra conflitti sanguinosi e bramosia di potere, inflazione e speculazioni e crudeltà. Non tutti però riescono a vedere il baratro davanti a cui ci troviamo e i pochi savi che se ne rendono conto vengono presi per pazzi.

Le parole in apertura di questo articolo sono ispirate alle considerazioni espresse nell'ultimo singolo di Proklaim intitolato Thieves. In questo stupendo brano hip-hop l'artista della Namibia sintetizza la situazione della società in questi tempi tumultuosi dominati da guerre e crisi economiche.

Abbiamo avuto modo di parlare di questo artista in numerose occasioni su queste pagine ed ogni volta siamo rimasti affascinati dal suo esplicito potere espressivo e la qualità della sua musica, il brano Thieves non fa eccezione riconfermando il talento e la versatilità del suo autore.

Il brano si apre su un accompagnamento di chitarra acustica ispirato alla musica latina. Su queste note Proklaim si inserisce con il tema del ritornello che ci ripete in modo quasi compulsivo un avvertimento su quanto il mondo stia impazzendo. Questa domanda viene ripetuta in maniera ossessiva, come un mantra che cerca di aprirci gli occhi su quella che è la realtà intorno a noi.

Quando parte la base e il cantante inizia la sezione rappata sentiamo il lavoro di chitarra diramarsi dinamicamente in più direzioni attraverso note scivolate e accordi pizzicati eseguiti su un tempo rubato che sembra avvolgere le parole del testo come ad impreziosirne l'esecuzione.

L'andamento ondeggiante del brano suggerisce il movimento di una piccola imbarcazione che viene portata lentamente alla deriva senza che chi è a bordo se ne accorga. E' come se il mare ci portasse silenziosamente verso un pericolo che non immaginiamo esistere.

Nella parte centrale del brano la voce rimane quasi isolata, gli strumenti diminuiscono gradualmente la loro intensità e la traccia sembra destrutturarsi per mettere in risalto le liriche. Quando il ritornello viene riproposto non c'è nemmeno la base ad accompagnare quel tema ipnotico che si ripete sopra le suggestioni romantiche della chitarra che sfumano lentamente chiudendo la traccia in modo criptico.

Un brano coinvolgente e intenso che fa riflettere sulla strada che stiamo prendendo.