PORK PIE - The Raven

12.11.2024

Negli ambienti radical chic della musica si tende a considerare il punk rock come un genere morto e il "de profundis" sarebbe stato celebrato dalla nuova musica synth ispirata alle sonorità dell'Intelligenza Artificiale. Alt… Non abbiamo nulla contro la musica synth, anzi, ma la musica punk rock è tutt'altro che morta!

Una testimonianza del perfetto stato di salute della musica punk rock è l'ultima canzone dei Pork Pie, "The Raven", dove a dirla tutta c'è anche una bella grattugiata di grunge, alternative rock e musica psichedelica.

"The Raven" è un estratto dell'album "Golden Leaf Sheets", il secondo della band irlandese che sperimenta nuovi suoni in un'atmosfera nostalgica e vagamente vintage che si ispira a mostri sacri del calibro dei Sex Pistols e dei Green Day e che ricorda un po' il rock psichedelico degli anni '60.

La canzone si ispira ad un creatore hippie di marionette e il testo nasce da una poesia scritta da Michael Stafford, cantante della band, quando suonava per strada a Galway City. "The Raven", che dura quasi 5 minuti, guida l'ascoltatore in un viaggio emozionante tra generi musicali dove punk rock e grunge si fondono senza sforzo.

L'introduzione è una vera scarica di adrenalina, irradiando vibrazioni positive e un'energia pulsante che affascina e che cattura creando un groove che si sente fin dentro le ossa. "The Raven" è come una tempesta, che si abbatte con la sua potente e inebriante miscela di rock, pop e punk. La batteria suonata da Shane Brett è come un treno senza fermate, che tira dritto tenendo costantemente alto il ritmo e la tensione del brano.

La voce di Michael Stafford bilancia angoscia e carisma, infondendo quel carattere cinematografico e lunatico che si può percepire per tutta la durata del brano. Un elemento che caratterizza profondamente "The Raven" è la sua imprevedibilità: proprio quando sembra che si stia stabilizzando su un groove pop, ecco arrivare la grintosa svolta punk, con i riff di chitarra di Peter Laverty che irrompono come un fulmine in un cielo scuro e tenebroso.

In mezzo a un mare di toni di chitarra aspri e crudi, batterie chiassose e voci urlanti dal sapore punk, emerge il basso di Michael Laverty che lega tutto magnificamente, creando un sound energico che tiene gli ascoltatori sulle spine per quasi 5 minuti.

Questo brano è inoltre estremamente versatile: è perfetto da ascoltare a palla e urlare a squarciagola con i finestrini abbassati in auto, o per scatenarsi in un bar affollato tra boccali di birra che vanno via come il vento!