PEQUITA - Las Sombras son de la Luz

10.07.2023

Immaginiamo di camminare tra le strade lastricate di sampietrini di un paesino. Sono quasi le due di notte, è estate ed il caldo è ancora soffocante. Le vie del paese sono completamente deserte, non c'è anima viva, stanno dormendo tutti. In strada c'è solo il rumore dei nostri passi. La luna in cielo, non è completamente piena, ma il bagliore che emana riesce ad illuminare il nostro cammino. 

Complice un bicchiere di troppo all'osteria della piazza ci sentiamo filosofici e guardando la nostra ombra accanto a noi abbiamo una rivelazione. Se la luce non esistesse, non esisterebbero neanche le ombre. E' il nostro corpo che frapponendosi tra la luce ed il suolo genera la nostra ombra. Non avevamo mai pensato a questo nonostante sia ovvio. L'esistenza delle ombre in funzione della luce risponde allo stesso principio per cui se non esistesse il bene non ci sarebbe neanche il male. Ogni cosa si definisce attraverso il suo contrario.

Le riflessioni in apertura di questo articolo ci sono state ispirate dall'ultimo album di Pequita intitolato, per l'appunto, Las Sombras Son De La Luz, ossia le ombre vengono dalla luce. In questo romantico ed affascinante disco l'artista ci regala nove brani di musica dolce e delicata. Un piccolo viaggio in un mondo dipinto a tinte tenui, confidenziali e amichevoli.

Se dovessimo definire il sound di questa opera potremmo sbilanciarci e dire indie-soft-pop-jazz. Non sappiamo se questa definizione significhi realmente qualcosa, ma la musica che stiamo ascoltando riesce a mescolare in modo coerente ed estremamente piacevole gli stili ed i generi che abbiamo citato. Il primo brano si chiama Crecer. La voce in questa traccia è sussurrata e il tappeto musicale è composto da violini ed archi, synth e batteria. Un a canzone fluttuante per non dire onirica.

Il brano successivo si intitola Pequita. Una serie di accordi in stile swing anni '30 prepara la via per la voce che appare dolce e sinuosa. Molto interessante il walking bass che fa marciare dinamicamente il brano. Con Exhalar facciamo una piccola incursione su ritmi dance. Il timbro vellutato della cantante si adatta alla perfezione ai beat di questa canzone che risulta trascinante e seducente e che contribuisce a variare ulteriormente lo stile del disco.

El Sello de La Creation mette in evidenza un certo gusto per gli arrangiamenti. La struttura del brano è variegata e fantasiosa e spazia tra procedimenti estetici mutuati dalla musica popolare e dallo swing. Ruinas vede la partecipazione di un ospite maschile con cui Pequita duetta egregiamente. Il brano è bizzarro e oseremmo dire ai limiti con il progressive rock anni '60 visto l'elaborato e fantasioso arrangiamento.

Tutt'altro discorso per Cables che si apre su tempi e suoni disco anni'70. Un pezzo insolito, ma che non sfigura nell'economia dell'album. Intentaré Seducirte è una ballad soft e rarefatta. Immaginiamo questo brano eseguito in un locale fumoso degli anni'40. Polilla è un altro di quei brani difficile da catalogare. Sentiamo la libertà espressiva formale dell'indie mescolata a sonorità vintage che vengono smentite dall'originale struttura e dall'arrangiamento del brano. Mimo è la traccia che chiude l'album, una fisarmonica appassionata ci porta mentalmente in un paesino della Francia degli anni '60. A circa metà del brano la canzone approda ad un tempo di valzer romantico.

A nostro avviso questa è la conclusione perfetta per un album che ci ha fatto viaggiare tra epoche e stili diversi.

Consigliatissimo!