PAUL MAROTTO - Anthem for the Forgotten

28.12.2023

In un mondo che corre sempre più veloce e che non si volta mai indietro la notizia di una morte per overdose non ci colpisce in modo significativo. Chi è nella retta via, va avanti con la propria vita e non potrà mai capire il dramma della tossico dipendenza.

Ogni anno ci sono migliaia di morti per droga che passano inosservate e per ognuna di loro c'è una famiglia distrutta, non solo dall'avvenimento in sé, ma tutto quello che è successo prima. Chi è caduto nella trappola della droga vive una perenne sofferenza psicologica e fisica che gli impedisce di avere una vita normale. Esiste una generazione dimenticata che è quella che è stata colpita dall'avvento dell'Oxycontin e dalla conseguente epidemia di oppiacei che ha scatenato.

Anthem For The Forgotten è l'ultimo singolo di Paul Marotto ed è una canzone che esprime i sentimenti ed i pensieri di chi si trova ad affrontare le conseguenze di una tossico dipendenza. La musica di Paul è sempre stata incentrata nel tema della lotta quotidiana con la depressione e le dipendenze ed il suo messaggio è dedicato chi affronta queste sfide.

Il brano si apre come una dolce ballad fine anni '60: il pianoforte esegue una melodia malinconia, ma percepiamo qualcosa di strano fin dall'inizio. L'atmosfera del brano è ondulata e noi abbiamo l'impressione che ci sia una fuga di gas che deforma il mondo davanti ai nostri occhi, molto simile a quell'illusione ottica che fa tremare le immagini quando l'asfalto d'estate diventa rovente.

Paul si inserisce in questo ambiguo contesto con un timbro di voce incerto, quasi timido, come se non riuscisse a dare veramente sfogo alle sue emozioni, come se si parlasse addosso Quando entra in scena il resto della strumentazione permane quella sensazione di disagio. Batteria e basso hanno una voce secca che non risuona e che si spegne quasi nell'immediato. Il suono stralunato degli strumenti e le voci addizionali riempiono l'ambiente in modo inusuale.

Il testo della canzone sembra giustificare e dare un drammatico senso all'originale arrangiamento. Le parole iniziali parlano di metadone e questa è la chiave di lettura dell'intero brano che si configura alla stregua di un delirio verbale condizionato da un indotto stato di alterazione psichica.

Alla luce di questa prospettiva tutto assume un altro significato e quello che ascoltiamo è uno sfogo contro la gente che lo ha abbandonato e allo stesso tempo un ode a quella sostanza che allontana la tristezza. La seconda metà della canzone è sostanzialmente una lunga sezione strumentale tremolante e barcollante che si trascina fino alla fine del brano tra delay psichedelici e volontari inciampi di batteria. Ci sentiamo come se il medicinale assunto abbia fatto effetto e tutto il resto non contasse più. Questa impressione trova conferma nell'ultima parola pronunciata dal cantate, ossia Fanculo.

Un brano straordinario che non tutti sapranno apprezzare.