NO PROMISES - Slip Away

10.04.2025

Certe canzoni sono come un temporale estivo: irrompono improvvisamente nella nostra vita con lampi di chitarra che squarciano il cielo, tuoni di batteria che scuotono lo spirito e quella freschezza che non si sentiva da stagioni. Che anche se fradicio o in fuga verso un riparo, ci rendono felici lo stesso.

Questa è la sensazione che già dai primi secondi di Slip Away, i No Promises sono in grado di scatenare: un turbine di chitarre che omaggia gli anni '90 ma senza faziosità. Bensì con l'energia di chi quei classici li ha metabolizzati ancora e ancora, riuscendo a portarli fino ad oggi come una filosofia di vita che si arricchisce con qualcosa di contemporaneo.

La voce ricorda Chris Cornell nella sua capacità di coniugare pathos e potenza, soprattutto nel ritornello rauco che trasforma il dolore in catarsi ("throw your head back and throw the horns up"). La struttura della canzone è un crescendo dove la marcia dei riff apre verso bassline incisivi e batterie che esplodono al momento giusto. Una chimica da band che suona come un unico organismo vivente.

Ciò che colpisce è l'equilibrio tra caos e controllo: le dinamiche oscillano tra muri di suono e pause cariche di tensione, mentre i testi (nonostante il tema della perdita non sia certamente una novità) evitano concetti scontati o banali grazie a una narrazione sincera, che emerge dal cuore.

Slip Away non è solo un tributo al grunge: è la prova che il rock alternativo può ancora scottare e commuovere, purché suonato con questa intensità. I No Promises non promettono nulla, come suggerisce il nome, ma qui consegnano un brano che brucia di autenticità.