NICKON FAITH - Visions
Immaginiamo una serata in discoteca che comincia a tarda notte e che si protrae fino alle prime luci dell'alba. La gente che balla accalcata seguendo la musica che esce a volume altissimo dalle casse. Promiscuità, sudore ed energia. Una serata magica in cui tutte le forze dell'universo hanno cospirato affinché noi fossimo esattamente in quel luogo in quel preciso istante. Il Dj che ha selezionato i brani ha fatto in modo che l'adrenalina in circolo nei suoi adepti non scenda mai sotto un certo livello.
Brano dopo brano la folla è sempre più coinvolta e continua a ballare ignorando la stanchezza che piano piano comincia ad emergere. Ancora un paio di ore e l'alba arriverà, rendendo definitiva la transizione tra ieri ed oggi. Come in un rito iniziatico la gente continua a seguire gli incitamenti del Dj che come un pifferaio magico trascina le greggi nell'alba di un nuovo giorno.
L'introduzione di questo articolo ci è stata ispirata dall'ascolto dell'ultimo EP di Nickon Faith intitolato Visions. Un album di quattro tracce che si configura come un avvincente viaggio musicale attraverso i ritmati e vigorosi lidi dell'elettro dance.
In questa breve, ma intensa raccolta troviamo tre brani originali ed un remix della terza traccia effettuato da dal capo dell'etichetta discografica Troubleshoot Jon Selbo.
Il primo brano è Visions che apre le danze con il suo sound trascendente fatto di pad e synth stellari che catapultano immediatamente l'ascoltatore all'interno di un mondo scintillante e dinamico che mette l'ascoltatore in trepida attesa per il proseguo del disco.
La seconda traccia è In Bloom che sancisce un cambio di dinamica e di sonorità. In questo brano le melodie appaiono rapide, concentriche ed ipnotiche. Abbiamo la sensazione di trovarci all'interno di un vortice che ci porta via allontanandoci da tutto e da tutti a grande velocità. In questo movimento ci sembra di allontanarci e riavvicinarci al centro della pista, come se fossimo in preda ad allucinazioni.
Nel nostro viaggio immaginario abbiamo quasi superato l'intera notte che ora comincia a volgere al termine con le note della terza traccia intitolata Don't Make Me Wait. Delle percussioni aprono il brano con un ritmo coinvolgente su cui una voce femminile comincia a cantare in loop il titolo della canzone. Il brano è caratterizzato da accordi aperti che ci fanno pensare alla luce del giorno che comincia a salire piano da dietro una collina portando una nuova luce nella nostra vita.
La versione di Don't Make Me Wait che chiude l'album ha i toni ossessivi e pulsanti di un rave, con tutta l'adrenalina che ne consegue. Come l'invito ad un after party clandestino in cui continuare a fare baldoria in barba agli impegni presi e alle responsabilità. Una versione davvero energica e scatenata.