MOTHER CULTURE - Princess Die

23.08.2022

Questo non sarà un pezzo allegro, forse dovreste saperlo. Perché non stiamo parlando di un brano frivolo e brioso, di una canzone da canticchiare in maniera spensierata in motorino alla luce obliqua del tramonto. Qui sta la quintessenza del significato dell'arte: raccontare storie e restituire loro dignità e rispetto. Raccontare la vita - e la morte - e tutto quello che sta in mezzo.

Quando, nel 1997, la principessa Diana morì per un tragico incidente automobilistico all'interno del tristemente celebre sottopasso parigino, i soccorsi faticarono a intervenire perché i reporter che la stavano inseguendo non smettevano di farle fotografie. Lì c'era il suo corpo senza vita, la fine di un'esistenza travagliata costantemente soggiogata alle odiate e malsane luci della ribalta; e sempre lì c'erano i flash dei paparazzi, che l'hanno accompagnata fino all'ultimo.

Parte da questo potente e doloroso concetto la canzone "Princess Die": dalle donne che vengono calpestate e sovradeterminate, che non possono raccontare la propria storia perché costantemente silenziate e ridotte ai minimi termini. Questo brano è un omaggio a tutte le donne che vorrebbero urlare a squarciagola la propria vita, riappropriandosene. Questo è l'urlo di una principessa che muore.


Questa canzone è l'ultima prodotta dai Mother Culture, il duo indie/alternative formato dai fratelli di Melbourne Darcy e Spencer Ward. Negli ultimi anni si sono affermati sempre di più nella scena alternativa, contraddistinguendosi per i testi stimolanti e profondi e le melodie orecchiabili e travolgenti. Le musiche anni '90, in pieno stile surf con un tocco di grunge, e i testi di altissimo livello che ricordano a tratti i capolavori di analisi e introspezione dell'animo umano di Bob Dylan e David Bowie, hanno conferito al gruppo autoprodotto una fama crescente e meritatissima.

Il video di "Princess Die" non potrebbe essere più esplicito (e affascinante) di così: una disanima e una critica feroce alla cultura della celebrità e alla rappresentazione delle persone, in particolare delle donne (come ci suggerisce già dai primi istanti l'abbigliamento del cantante), che vengono gettate in pasto alla cronaca e dissezionate dai riflettori, con una narrazione romanticizzata e non vera che le umilia e strappa loro la verità di dosso.

L'eredità che si portano addosso i personaggi celebri è più fantasiosa di qualsiasi immaginazione. Ed è grazie ad un brano crudo e grintoso, pop senza esserlo, che possiamo cogliere per un istante cosa si celi realmente dietro alla patina luccicante e stucchevole della creazione di un mito.

Princes died killing time

Wasting life here tonight