MISHKIN FITZGERALD & THE CHEMICAL PERILS - Grace's Cradle
Dopo giorni di insistenza, il piccolo Tommy riuscì a convincere la madre a portarlo a vedere il circo. Il bambino non stava più nella pelle. Mentre si avvicinavano all'enorme tendone Tommy aveva l'impressione si vivere in un sogno. La folla di gente, l'odore dello zucchero filato, la musica e i Clown. Tutto appariva magico e surreale.
Lo spettacolo cominciò tra mille luci, grida e applausi. I trapezisti, i domatori delle bestie feroci, i numeri di magia. Alla fine dello show il piccolo Tommy si sentiva stordito ed eccitato allo stesso tempo. Il fascino di quel mondo strano ed esotico, buffo e bizzarro lo aveva totalmente conquistato. Tornando a casa Tommy sapeva già che quel ricordo stupendo sarebbe rimasto dentro di lui per tutta la vita.
Questa scena che racconta della fascinazione di un bambino per il mondo circense ci è stata ispirata dal disco Graces Cradle, della cantante Mishkin Fitzgerald in collaborazione con i The Chemical Perils. L'album che stiamo esaminando è una ricca collezione di brani che si ispira alla musica etnica dell'est Europa, agli artisti di strada, alla musica dei cartoni animati della Disney e a molto altro.
Abbiamo già parlato di Mishkin Fitzgerald su queste pagine in relazione alla band Birdeatsbaby di cui è la cantante. Se in quel contesto l'artista vestiva i panni di una vocalist Goth Metal (superbamente, oseremmo dire), in questa opera ci mostra tutto il suo eclettismo mettendosi alla prova con una incredibile varietà di generi e di stili.
Tutto il disco si muove in un'atmosfera sognante fatta di orchestrazioni complesse e vivaci. Le molte storie contenute in questa variegata antologia sono permeate da una certa teatralità interpretativa che le avvicina alla dimensione del musical. Come in un film ad episodi aventi tutti un minimo comune denominatore, questo disco si configura come un ricco mosaico in cui ogni singola traccia racconta un aspetto differente di un universo costellato dalla magia e dal mistero.
Dalla traccia iniziale che riprende il tema degli elefanti rosa che compare nel film di animazione Dumbo, fino alla conclusiva Graces Cradle la voce femminile e quella maschile si inseguono duettando in una sorta di ballo vorticoso fatto di luci e colori che catturano l'attenzione dell'ascoltatore con tutti gli artifici di cui sono capaci.
Un lavoro complesso, estremamente curato in cui tutti i dettagli sono sapientemente cesellati e funzionali. Il fascino della musica balcanica serpeggia in tutte le nove tracce che compongono l'album facendoci regredire ad uno stadio mentale preadolescenziale in cui tutto ci appare come una novità rivelatrice, un'epifania che ci presenta un mondo che ci attrae per la sua conformazione originale e seducente.
Allora come il piccolo Tommy possiamo solo sederci ed ascoltare ammaliati questo incredibile campionario di meraviglie.