MICAH SHEVELOFF - Stand Me Up Again

02.08.2023

A tutti noi è capitato di passare un periodo particolarmente negativo in cui tutto quello che accadeva sembrava l'ennesimo chiodo che andava a chiudere il coperchio della nostra bara. In quei momenti abbiamo l'impressione di trovarci in uno di quei vecchi film in cui il protagonista si ritrova a camminare sotto la pioggia ripensando alle cause della sua condizione attuale, accarezzando concretamente l'idea di farla finita.

In quelle pellicole vediamo il protagonista camminare per le strade della città, attraversarne i ponti e guardare al fiume che scorre lì sotto con in faccia l'espressione di chi non ha niente da perdere e nessuno a cui potrebbe mancare se decidesse di compiere l'estremo gesto. In quei momenti ci rivolgiamo a Dio o a chi ci è vicino chiedendo di aiutarci a trovare la forza per rialzarci.

L'introduzione di questo articolo si ispira al testo dell'ultimo singolo di Micah Sheveloff intitolato Stan Me Up Again, remix di un suo successo del 2012. Con questa toccante e raffinata ballad soft rock l'artista ci regala un brano incredibilmente appassionante in grado di suscitare emozioni profonde ad ogni nuovo ascolto. Il pianista e cantautore di Boston ha un background che spazia dalla musica classica fino al rock e al metal e tutte le sue influenze sono udibili in questa traccia.

Il brano si apre con la voce accompagnata dal pianoforte. La canzone ha i toni soffusi e rarefatti del jazz. La linea melodica della voce si muove su una linea semplice, ma di grande effetto. La voce di Miche è bassa e calda ed i versi sono cantati con grande passione e partecipazione. Nel primo ritornello interviene il coro che esegue un accordo di voci che va ad aumentare la portata emotiva della canzone.

Il testo del brano ci parla di una persona disperata che invoca mentalmente la madre a cui racconta della sua triste condizione di solitudine e disperazione. La seconda strofa vede l'ingresso delle chitarre acustiche e della batteria che sposta il sound del brano su territori più vicini al rock.

Se non fosse per la presenza del pianoforte questo brano sarebbe potuto essere tranquillamente una ballata grunge. In alcuni punti infatti la voce di Micah ci ricorda la grinta e la disperazione di Chris Cornell.

Allo stesso tempo scorgiamo nell'arrangiamento intuizioni compositive che ci fanno pensare alla musica dei Beatles. Il brano è molto ricco da un punto di vista dei suoni, ma quello che colpisce particolarmente è l'arrangiamento estremamente curato. La storia raccontata nella canzone ha purtroppo un epilogo tragico che probabilmente rende ai nostri occhi la canzone ancora più coinvolgente.

Un brano da brivido da ascoltare con gli occhi chiusi.