MARCUS MCCOAN - Try Me
La musica è quell'elemento magico che l'uomo ha donato a sé stesso per esprimere sostanzialmente la totalità dei sentimenti che tormentano l'esistenza di ognuno di noi. Ispirato dai suoni della natura l'essere umano è stato in grado di tradurli in un linguaggio fruibile per i suoi simili.
Non esiste infatti sensazione che l'uomo non sappia riprodurre attraverso il linguaggio musicale. Dalla più frivola alla più profonda, ed è per questo che la musica rappresenta forse la più alta forma d'arte esistente.
Questa riflessione si affaccia spontaneamente nella testa ascoltando il singolo di Marcus McCoan intitolato "Try me".
L'universalità di un brano, il suo valore intrinseco e di conseguenza il valore di un artista, è data dalla capacità di trasmettere un sentimento, di suscitare emozioni (anche sbagliate), di smuovere insomma le coscienze.
Il brano in questione ci catapulta in uno scenario che sicuramente ognuno di noi ha provato almeno una volta nella vita.
Un beat trap lento in cui una chitarra blues interviene intermittente come a commentare il ritorno a casa, con le orecchie che fischiano ancora leggermente, dopo una serata passata in un locale dove magari ti sei esibito o sei rimasto solo, oppure hai addirittura conquistato qualcuno che è lì con te proprio adesso!
In ognuno di questi casi sei stanco e riflessivo oppure eccitato, ed ecco che le note di questa canzone che ti avvolgono e ti toccano nel profondo come una languida carezza.
Il suono è caldo, la cadenza è lenta e mentre ti versi il bicchiere della staffa prima di coricarti o di abbandonarti ad effusioni occasionali, risuona nella tua testa questa melodia, persuasiva come la voce della coscienza.
Una voce, quella di Marcus, suadente ed intima. L'uso del falsetto costituisce, insieme al bellissimo solo di chitarra, la parte lirica di questa canzone che si sviluppa sopra un ostinato pulsante e penetrante.
Un falsetto che ti sfiora e ti ricorda che comunque sia andata, puoi ora dormire tranquillo perché non sei più solo...