MARC BIRD - Kaleidoscope

20.03.2023

Quando una mente viene danneggiata la vita di quella persona può trasformarsi in un incubo da cui non è più possibile svegliarsi. Il cervello risponde al danno subito dando origine ad una serie di effetti collaterali che si manifestano attraverso crisi neurologiche, tremori e stati persistenti di paranoia. Non esiste una soluzione del problema perché non è possibile andare a riparare quella parte così compromessa. 

L'uso di farmaci specifici può solamente mettere in stand-by le crisi che ad intermittenza si manifestano violente, ma non possono guarirle. Il malcapitato può soltanto andare avanti con la sua vita in uno stato confusionale che risulta tuttavia salvifico rispetto alla condanna di essere consapevoli di non poter essere mai più quello che si era.

Le drammatiche parole che hanno aperto questo articolo ci sono state ispirate dall'ascolto dell'ultimo singolo di Marc Bird intitolato Kaleidoscope, un brano dai toni oscuri corredato da un testo criptico e ambiguo che si insinua nella mente come un germe malevolo.

Il brano che stiamo ascoltando sembra prendere spunto da alcune atmosfere dark tipiche della musica elettronica anni '80, con cui condivide i toni freddi ed un'emotività asettica e distaccata che si impone come mera rappresentazione della follia. L'impianto sonoro è costituito da pochi elementi. 

La strofa vede in azione soltanto voce basso e batteria. Il cantante si esprime con un registro vocale basso, seducente e disperato. Il bridge viene eseguito quasi in assenza di strumenti risultando tagliente e disarmante come una lama puntata al collo durante una passeggiata in un vicolo buio. Il ritornello è ossessivo e sconsolato.

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Tutta la traccia è permeata da un senso di insicurezza crescente che sembra essere pronta per trasformarsi in un attacco di panico. Il testo sembra esprimere quello stato di paranoia che emerge in un individuo a cui è stato sospeso improvvisamente un trattamento farmacologico. Nelle liriche vengono evocate immagini strane e psichedeliche in cui i volti di persone conosciute appaiono stravolti ed inquietanti.

Alcune frasi apparentemente sconnesse sembrano raccontare la storia di un trauma o di una rottura che ha gettato il protagonista in una situazione di abbandono da parte di chi gli stava intorno. Emerge un bisogno ossessivo di rattoppare e ricucire qualcosa che si traduce in un comportamento paranoico in cui l'astratto ed il concreto si mischiano indissolubilmente.

Le immagini del video che correlano la canzone vanno in questa direzione mostrando il volto del cantante, truccato da clown, che ruota all'infinito su sé stesso per tutta la durata della clip, a suggerire una mente che si è ormai persa nell'oblio della follia. Indubbiamente un pezzo di grande impatto.