
MAP OF THE WOULDS - The Old Songs
I creativi avranno ancora spazio in un mondo digitale dominato dall'Intelligenza Artificiale, o dai social dove l'unica cosa che conta è catturare l'attenzione di un pubblico sempre più distratto e annoiato? Una domanda alla quale, oggi, non sappiamo dare una risposta. I Map of the Woulds, eclettico trio psych-rock di Seattle, lanciano però un salvagente ai creativi con la loro ultima canzone "The Old Songs", una critica divertente, ai limiti dell'assurdo e oltre, all'industria musicale e ai social media.
"The Old Songs" è un elogio alle vecchie canzoni, una lettera d'amore alla musica hippie degli anni '70. Il trio, composto da Woody Frank alla chitarra, Andrew Woods al basso e Adrian Woods alla batteria, esplora il concetto di essere bloccati nella creazione di contenuti come artisti.
I social, che richiedono contenuti brevi e di piccole dimensioni, stanno in un certo modo influenzando anche la musica. Le persone, che hanno una soglia dell'attenzione sempre più bassa, vogliono contenuti brevi, immediatamente fruibili. Tutto questo tarpa le ali dell'immaginazione e della creatività degli artisti, cosa che ha reso la musica moderna "noiosa e stupida", una convinzione che i Map of the Woulds esprimono con umorismo, ma anche frustrazione.
"The Old Songs" è intrisa di elementi psych e motivi indie-rock stratificati in un mix giocosamente eccentrico, che ben si sposa con il loro immaginario lirico assurdo e la narrazione ironica. Il brano ha qualcosa di speciale, poiché riesce ad essere assolutamente contemporaneo, ma anche stranamente senza tempo.
Da sottolineare il lavoro di Woody Frank, la cui chitarra "racconta una serie di frasi musicali interconnesse tra di loro, ma che non arrivano dove ti aspetteresti, portandoti a spasso in territori musicali sconosciuti". La sua voce pronunciata ha qualcosa di autorevole, un'autorevolezza che risuona vera e autentica.
La sezione ritmica dei fratelli Woods risulta altrettanto avvincente. Le linee di basso di Andrew si snodano nel mix con l'intelligenza melodica di chi ha fatto un bel po' di pratica sul campo. La batteria di Adrian invece porta in dote la sua ponderata moderazione "plasmata per anni in esibizioni in locali leggendari che oggi non esistono più", che invita ad un ascolto autentico ed empatico.
A livello di testi "The Old Songs" è una meditazione sulla paralisi creativa e sulla stagnazione artistica. L'approccio assurdo della band si snoda non tanto tramite immagini surreali, quanto piuttosto una sorta di impassibile comicità d'osservazione che trova il ridicolo nelle banali difficoltà di mantenere la propria integrità artistica nel mondo attuale.