MAJOR KAMI - Skandal

23.12.2022

Il concetto di inclusione è una prerogativa del mondo dell'arte. L'artista per definizione è un individuo sopra le righe che non di rado eccede in eccentricità sia nel suo abbigliamento che nei suoi atteggiamenti che si pongono in contrasto con il concetto borghese di normalità. 

Va da sé che molti artisti abbiano un legame particolare con quelle categorie di persone che vengono purtroppo discriminate in virtù di una diversità che la società tende ad isolare e stigmatizzare. 

Il tema delle differenze di genere e le conseguenti polemiche che scuotono da tempo il mondo della politica dimostrano come questo argomento scandalizzi ancora gran parte dell'opinione pubblica che cerca in tutti i modi di delegittimare il libero sentire dei singoli soggetti.

L'artista francese Major Kami pubblica un Ep di sei pezzi intitolato Skandal, che si pone con le sue tematiche a favore dell'apertura mentale e dell'inclusione sociale di quelle persone che una parte delle società rifiuta con forza. Skandal parla appunto delle differenze, dei disadattati e degli emarginati prendendo le difese di questi ultimi e rivelandone l'umana bellezza.

Il sound del disco è tributario della musica elettronica anni '80 in cui sono molto chiari i riferimenti a David Bowie a cui questo lavoro è espressamente ispirato. Le sei canzoni che compongono l'album sono tre inediti ed altrettante versioni strumentali degli stessi.

Il pezzo che apre il disco è la title-track Skandal che attraverso i synth e le tastiere ci introduce ad uno dei temi portanti di questo lavoro ossia l'atteggiamento scandalizzato con cui sono denigrati i "diversi". Il testo della canzone è un omaggio quindi agli emarginati di cui si esalta la grazia e la bellezza del loro essere dovuta ad una condizione innata di ingenua spontaneità che li rende quasi sublimi. 

Il secondo pezzo originale si chiama IYOAB ed è l'acronimo di In Yellow Orange And Blue. I colori a cui fa riferimento il titolo sono ovviamente riferiti alle diversità culturali intese come una seconda pelle con cui vestirsi o utopisticamente da adottare come bandiera, in quanto la varietà di queste tonalità sono manifesto di grazia e bellezza. 


Il sound di questo brano attinge anch'esso al linguaggio dell'elettro-pop con tastiere e suoni elettronici di batteria che si manifestano attraverso un martellante arrangiamento che mantiene alta l'attenzione dell'ascoltatore al testo del brano.

Burns In The Barns è il pezzo che chiude l'album e lo fa attraverso un testo che esplora una vasta gamma di sentimenti come la follia, la gelosia e la vergogna. Una lotta mentale in cui molte immagini vengono evocate, accostate e contrapposte tra loro per significato e gravità.

La canzone dipinge a tinte forti un cervello che è tenuto prigioniero, ostaggio del pregiudizio e dell'odio. La sanità mentale compromessa è resa dal punto di vista musicale con la struttura del brano che come un cervello incrinato oscilla tra due condizioni, una sezione sospesa e rilassata e l'altra caratterizzata da un frenetico ritmo jungle.

Questo disco è un ispirato e sincero manifesto contro il razzismo e le discriminazioni in generale intese come il vero male da cui sono generati tutti i problemi della società che ci impediscono di vivere in armonia gli uni con gli altri.