
LOGICA ABSTRACTA - Headspace Station
La musica può trasformarsi in una macchina del tempo che ci permette di viaggiare verso il passato o verso il futuro, un portale che ci proietta in mondi fantastici e ultraterreni o un'astronave che ci lancia nello spazio in un viaggio cosmico.
Ne è la prova vivente "Headspace Station", l'ultimo sorprendente e travolgente album di Logica Abstracta, che ci regala un viaggio espansivo e atmosferico nei territori ambient e chillout.
Il progetto porta la firma di Vadim Militsin e propone un'esperienza d'ascolto eterea, caratterizzata da trame ariose, paesaggi sonori cosmici e un senso di profonda nostalgia. Una delle caratteristiche principali dell'album è la fluidità che scorre da una canzone all'altra, senza interruzioni, creando così un'esplorazione uditiva continua in un viaggio attraverso regni lontani e ultraterreni.
L'album evoca immagini di corpi celesti e paesaggi fantascientifici, dove perdersi, immergersi e far viaggiare la propria fantasia senza alcun limite o confine. Titoli come "Ad Astra", "Nubium" o "Alba Mons" prendono ispirazione dalle mappe della Luna e di Marte, rafforzando il tema cosmico dell'album. Altre tracce, come "Oustivi" o "Ayammerol", sono parole immaginarie, che si aggiungono alla natura astratta e ultraterrena dell'album.
L'album decolla con "Ad Astra", una canzone meditativa che fa partire il viaggio in un regno psichedelico. Viene rievocata l'immensità dello spazio, dove l'ascoltatore è sospeso in uno stato di gravità, fluttuando all'infinito.
La seconda traccia, "Nubium", si tuffa invece in frequenze più oscure, con le sue sfumature metalliche che conferiscono un senso di tensione palpabile. "Oustivi" ha un ritmo quasi trip-hop e sembra portare nel regno astrale, invitando a muoverci col corpo per liberare le nostre energie.
Spicca per la sua trama scintillante e cristallina "Insularum", dove si confondono i suoni tipici dell'acqua con suoni tribali, creando un senso di surrealismo che porta l'ascoltatore verso l'ignoto.
"Alba Mons", l'ottava traccia, sembra un brano giocoso ma allo stesso tempo intriso di drammaticità spirituale, come se stesse rivelando una verità nascosta tra le pieghe infinite e vastissime dello spazio.
Il viaggio continua con "Tempe Terra", che con il suo ritmo sincopato e misterioso ricrea un'atmosfera intrigante, lanciando l'ascoltatore in orbita mentre guarda la vasta distesa di un mondo alieno e fantascientifico.
L'undicesimo pezzo, "Oceanus", proprio come l'oceano vasto e insondabile, fonde elementi naturali e cosmici in un'esperienza uditiva espansiva.
La navicella di "Headspace Station" termina il suo viaggio cosmico atterrando infine sul pianeta "Numquam" per un finale pacifico e introspettivo. Con "Numquam", la musica elettronica, sinonimo di movimento ed energia, diventa uno strumento per connettersi con la vastità dell'universo e trovare il proprio posto al suo interno.