LAZYWALL - Kan Hez Yeddi

09.04.2023

Da sempre l'uomo ha provato avversione e paura nei confronti di quello che viene percepito come diverso. Quello che non riusciamo a comprendere e che quindi non rientra nella nostra sfera di conoscenza, ci spaventa. L'interazione con "l'altro" viene quindi vissuta con un senso di pericolosità imminente che minaccia di distruggere le nostre certezza e le nostre abitudini. Anche oggi nel 2023 la diversità culturale, l'omosessualità o semplicemente la difformità di pensiero vengono perseguite in molti paesi. Esistono luoghi nel mondo in cui chi si affranca in qualche modo dallo standard di pensiero o di condotta ufficiale viene considerato nemico dello Stato e punito. In altre parole alcune tipologie di individui vengono considerate illegali e quindi represse con la reclusione o nei casi più estremi con la pena di morte.

Le considerazioni in apertura di questo articolo hanno forte attinenza col messaggio espresso nella canzone Kan Hez Yeddi, ultimo singolo rilasciato dalla band Lazywall. Il trio di fratelli originari del Marocco fonda la band in Inghilterra, ma dopo un concerto a Casablanca decide di adottare l'arabo come lingua per diffondere i messaggi contenuti nelle loro canzoni.

Il sound della band è un mix di Alternative rock e Metal contaminati da suoni e ritmi mediorientali. Il loro ultimo singolo rispecchia quelle che sono le peculiarità musicali della band, ossia un suono massiccio e accattivante con affascinanti inserti folk.

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Kan Hez Yeddi comincia con arpeggio di chitarra dissonante eseguito con il tremolo che crea subito un clima di tensione emotiva. La sezione ritmica si aggiunge poco dopo mettendo in moto il brano con i suoi bassi profondi e molto presenti. Al cantante bastano poche note per ottenere la nostra attenzione. I suoi vocalizzi ispirati alla musica mediorientale mettono in evidenza la tecnica del cantante che si produce in gorgheggi di grande effetto. Il testo della canzone è rivolto a chi si sente diverso e non riesce ad adattarsi, ma anche a chi ha paura di perdere ciò che ha.

Il ritornello è un'esplosione di suoni, la chitarra distorta aumenta l'intensità del brano che in questa sezione sembra attingere alle energiche dinamiche del grunge. Strofa e ritornello si alternano ancora una volta portandoci ad una variazione che mantiene alto il livello di distorsione e potenza. Il cantato grintoso e agile di questo episodio ci conduce ad un assolo incredibilmente ben suonato che si muove sulle variegate modulazioni folk della musica araba.

L'ultima strofa viene eseguita con uno strumento tradizionale a cui la linea vocale aderisce stilisticamente esibendosi in fraseggi arricchiti da abbellimenti mutuati dal linguaggio musicale mediorientale. Nei ritornelli che chiudono la canzone continua il flirt tra rock occidentale e folk orientale che si fondono alla perfezione in un amalgama che nella nostra interpretazione simboleggia un auspicabile abbattimento delle barriere linguistiche e culturali tra i popoli.