KEVIN DRISCOLL - The Maine Thing

29.09.2025

In un mondo così vorticoso, dove devi correre a 100 km/h senza fare neanche una sosta, ti è mai venuta voglia di fermarti e di prenderti una pausa, anche solo per un secondo, e chiederti cos'è che davvero conta nella vita? Ebbene quella pausa è rappresentata da "The Main Thing", l'ultima canzone di Kevin Driscoll, registrata ai Long Jump Records di Jacksonville, in Florida. Si tratta di una meditazione essenziale, ma toccante, sulla resilienza e sulla necessità di chiarezza nella propria vita.

Il testo è stato scritto e composto interamente da Kevin, e tutti gli strumenti sono suonati da lui, fatta eccezione per il violino dal suono spiazzante e disorientante, così come è a volte la vita, suonato dal musicista argentino Damien Bolotin. Il violino di Bolotin aggiunge un tocco quasi spettrale al brano, elevando la cornice rustica del sound a qualcosa di riflessivo e senza tempo. L'aggiunta delle note di banjo conferisce ancora più spessore al brano, che si dispiega lentamente con un'energia calma che avvolge sempre di più l'ascoltatore.

Il brano stupisce non solo per le sue sfaccettature multistrumentali, ma anche per il modo di trasformare in musica le emozioni che parlano di noi. Mixato e masterizzato da Jeremiah Johnson, il brano ha sfumature così calde e intime che sembra che Kevin si stia esibendo nel salotto di casa sua. E in effetti, la semplicità della produzione è uno degli aspetti che cattura maggiormente sin dal primo ascolto.

"The Main Thing" si apre con un ritmo nitido e incalzante con accordi acustici pizzicati delicatamente, creando un'atmosfera molto intima. E poi c'è la voce di Kevin, che possiede una ricchezza grezza e un calore profondo, facendo sembrare la canzone una confessione, una sorta di conversazione, come se l'artista stesso stesse affidando all'ascoltatore qualcosa di fragile e di prezioso da custodire gelosamente. La sua interpretazione oscilla tra la melodia e una chiacchierata sincera, piena di umanità.

Nel cuore del brano c'è una ripetizione quasi ossessiva del "non", in cui si incarna la resilienza che si costruisce nel tempo sui lividi del nostro corpo, frutto di tutte le botte accumulate nel corso della vita. La scrittura di Kevin è vera e autentica e si concentra sulla melodia, sulla storia e sulle emozioni reali, che invitano a rallentare e a prestare attenzione a ciò che conta davvero. Un messaggio da tramandare, sempre attuale, in qualsiasi contesto si ascolti questa canzone.