KETE BOWERS - BlackWater

27.10.2023

Esiste un luogo oscuro dell'anima popolato da persone che non ci appartengono più. E' quel luogo in cui ci troviamo quando chiudiamo gli occhi prima di dormire. Nel buio della notte rivediamo i volti di quella gente che non è più con noi, o perché non abbiamo più rapporti con loro o semplicemente perché non esistono più.

Al cospetto di quelle immagini il sonno ci abbandona e non riusciamo a trovare nella nostra memoria qualcosa che ci distragga dal pensiero velenoso e persistente di quelle presenze che sembrano maledirci con i loro occhi vuoti e neri. Ci manca il respiro e ci sembra di soffocare, contiamo i minuti e le ore che ci separano dall'alba, sperando di trovare un po' di pace.

Le parole che hanno aperto questo articolo ci sono state ispirate dall'ultimo singolo di Kete Bowers intitolato Black Water. In questo oscuro e criptico brano acustico l'artista di Liverpool ci accompagna in un viaggio musicale inquieto nella nostra mente popolata da ricordi indelebili che tormentano la nostra esistenza.

Il brano si apre con dei suoni di tastiera lunghi e cupi che ci immergono in una dimensione contemplativa su cui parte un arpeggio di chitarra acustica. Le note sono eseguite lentamente, come in un rituale religioso. Il pianoforte interviene con un tema minimale mentre gli archi riempiono l'ambiente con note struggenti. Su questo tappeto musicale può finalmente inserirsi il cantato.

La voce baritonale di Kete si inserisce nelle trame in modo fermo, come una mano che entra lentamente nell'acqua per non creare increspature su quella superficie perfetta. Sentiamo un potenziale volutamente inespresso in quelle basse note della voce che non si alza mai violenta, anche se potrebbe, per non turbare l'ascoltatore che subisce affascinato quella magnetica melodia.

Si respira un'aria pesante che grava sulle nostre teste, come ad un funerale in cui stiamo dando l'ultimo saluto ad un caro amico. A circa metà del brano si inserisce una tromba che esegue un breve solo che enfatizza ulteriormente la solennità della canzone. Mentre ascoltiamo il brano compaiono davanti ai nostri occhi le immagini evocate dalle parole del testo come carne, sangue, cadaveri. E' come se stessimo contemplando un campo di battaglia pieno ormai soltanto di gente morta.

L'acqua di cui canta Kete è nera, portatrice di morte e dolore,. E' l'acqua su cui vediamo scorrere il cadavere del nostro nemico, ma è la stessa dove un giorno potrebbe trovarsi a galleggiare anche il nostro corpo a faccia in giù.

Un brano dannato e meraviglioso che ti entra nelle ossa ghiacciandoti il sangue, in una parola, stupendo.