KELSIE KIMBERLIN - We Are The Promise

16.01.2024

Come sarebbe il mondo senza la musica? Sicuramente sarebbe un mondo in bianco e nero, dove i colori delle emozioni lascerebbero spazio al grigiore di una routine triste, anonima, noiosa e ripetitiva. Un mondo del genere, per quanto distopico, non è così improbabile come si possa credere. Del resto se dittatori hanno tolto ad intere popolazioni il diritto di lavorare, di professare la loro religione e addirittura il diritto di vivere, chi ci dice che un giorno qualche altro dittatore non vieti anche la musica?

Ed è proprio questa l'ambientazione distopica nella quale ci proietta Kelsie Kimberlin, cantante ucraino-americana che nella sua canzone "We Are The Promise" affronta proprio il tema dell'autoritarismo, inviando un messaggio potente sia attraverso il brano musicale che il video.

Proprio il video merita un approfondimento, poiché ha una storia davvero singolare alle spalle. L'idea del video è nata nel 2017, quando Kelsie ultimò la versione demo della canzone e la inviò al grande compositore e regista ucraino Sergiy Krutsenko a Kiev. Krutsenko ha scritto una partitura orchestrale, dopodiché ha chiamato l'Orchestra Sinfonica della Radio di Kiev per suonarla e ha invitato Kelsie a filmare il video.

Il video è stato girato con i luoghi storici ucraini a fare da sfondo, creando una cornice cinematografica capace di dare ulteriore forza e spinta emotiva alla narrazione. La storia del video parla di una società distopica dove è bandita la musica e inizia con la condanna di un artista colpevole di aver violato la "legge del silenzio". Durante il video l'esercito di disadattati del dittatore insegue Kelsie, che rappresenta un'artista dissidente e che alla fine riesce sempre a scappare.

La storia è una metafora di tutti i regimi autoritari che, ancora oggi, seminano morte e distruzione in tutto il mondo, ma predice anche l'invasione dell'Ucraina per mano della Russia di Putin. Sfortuna ha voluto che Krutsenko è morto il 6 gennaio 2023, proprio mentre stava montando il video. La morte di Krutsenko, che ha fatto seguito al Covid e poi all'invasione russa, ha rallentato ma non fermato la produzione del video. Oggi è finalmente disponibile e Kelsie l'ha dedicato proprio al suo amico Krutsenko e in generale a tutto il popolo ucraino.

Se c'è una bella storia dietro il video, tanto c'è anche da dire sulla musica e sulle acrobazie sonore del brano. Kelsie Kimberlain è una vera alchimista musicale, capace di creare potenti incantesimi con la sua abilità artistica e la sua voce profonda e commovente che aggiunge un tocco unico alla sua narrativa.

La sua musica è una mosaico di influenze e stili che attingono dall'eredità musicale americana e dall'immenso patrimonio culturale dell'Ucraina. Il viaggio musicale inizia con un rullo di tamburi quasi ipnotico, mentre il basso si fonde perfettamente con le note sublimi del pianoforte. La voce di Kelsie, profonda ed emozionante, è un'esplorazione di intenso lirismo che dà un ritmo unico alla canzone.

La strumentazione non è un semplice sfondo musicale, ma è un'estensione stessa della canzone. Da evidenziare i cambiamenti dinamici della strumentazione che ha scolpito una melodia e un ritmo che sfidano le convenzioni della musica tradizionale.

Il ritornello "Noi siamo la promessa, noi siamo la gloria, noi siamo la storia" è un potente messaggio che instilla un profondo senso di identità, accende il fuoco del coraggio e rappresenta una promessa collettiva di resilienza capace di lasciare un segno indelebile dentro ogni ascoltatore.