JUNK - Chromatose
Quando da adolescenti si crea la prima band si è convinti che le proprie idee siano vincenti. I primi pezzi che vengono scritti rispecchiano (anche se in forma ancora acerba) lo spirito ed il gusto dei singoli membri che compongono musica per soddisfare esclusivamente la propria creatività.
Mano a mano che la band si afferma lo stile del gruppo si definisce sempre di più e in maniera più o meno consapevole si continua a comporre con la formula che è stata apprezzata dal pubblico, perdendo così parte della sua spontaneità. Si crea così, in un certo modo, un marchio di fabbrica che viene perpetuato per non perdere i vecchi fan, sostanzialmente si suona per il pubblico e meno per sé stessi in quanto musicisti.
Esistono invece band che non seguono questo principio e che compongono e suonano per soddisfare in primis il proprio ego ed assecondare la propria ispirazione, producendo brani che potrebbero non coinvolgere il grande pubblico.
Chromatose è l'Ep di debutto della band Junk che dopo l'esperienza di blocco generalizzato conseguente all'ondata di Covid che ha stravolto il mondo, decidono di realizzare una musica che soddisfi prima di tutto gli artisti coinvolti. In questo sperimentale disco di cinque brani assistiamo alla messa in scena delle idee di Aaron "Dubl" e Dale "Dirty D" che seguendo la propria ispirazione mettono la loro eccellente tecnica al servizio dell'arte più sincera, ossia quella scaturita senza costrizioni né secondi fini commerciali.
Nelle parole del sassofonista della band questo fluire di generi sperimentali, tecniche utilizzate e strumenti impiegati ha indotto nei musicisti una sorta di stato di trance, comatoso. Seguendo così questa espressione matematica osserviamo che Scale cromatiche + reazione di tipo comatoso = Cromatoso/ Chromatose, da cui il nome dell'album.
Il primo brano Chromatose è una tracia che si muove su un tempo funkeggiante in cui primeggia il basso. La canzone dopo qualche giro di riscaldamento assume toni pesanti con l'intervento della chitarra elettrica che si produce in un riff pieno di groove in stile post-metal. Dopo questo intervento si passa ad una sezione in cui si improvvisa, il basso utilizza lo slap e il sax esegue assoli.
La fine della canzone vede l'ingresso del pianoforte che stravolge completamente il mood del brano. None Other Than Dirty D è il secondo brano che si apre con un tema di sax a cui si aggiungono gli altri strumenti. Il senso della dinamica e l'improvvisazione dei singoli elementi rendono questo brano un riuscito show-case del talento dei suoi partecipanti.
Con Chill Pil abbiamo un beat elettronico che apre la traccia su cui il basso esegue scale dritte e precise mentre il sax e pianoforte si abbandonano ad una jam-session appassionante.
La fusion ed il jazz sono sicuramente gli stili musicali che dominano il disco. Blow presenta un orecchiabile tema di sax accompagnato dall'onnipresente basso slappato che tra groove funky e cromatismi jazz domina la traccia.
Il brano che chiude il disco si chiama Frogadelic e si apre con il suono di una rana che gracida. Pianoforte e tastiera introducono il tema di questo brano che sembra riprodurre l'ambiente naturale di una rana rappresentato dai vari strumenti che colorano vivacemente i tre minuti di durata del pezzo. Un album da ascoltare e riascoltare in loop che mette in evidenza la tecnica e il gusto dei musicisti coinvolti.