JSHELL - In My Head

20.02.2023

Ci sono dei dischi che si discostano totalmente da quello che viene comunemente riconosciuto come una normale raccolta di brani. In un caso come quello di cui stiamo per parlarvi, ciò che abbiamo tra le mani somiglia di più ad un autoritratto schizofrenico eseguito da un paziente affetto da personalità multiple in cui è possibile scorgere nei tratti del viso rappresentato sulla tela, tutto un intero universo fatto di mille sfaccettature facenti tutte riferimento ad un'unica entità biologica. 

Quando questo avviene significa che abbiamo davanti un artista che riesce a dare forma e sostanza a tutto quello che la sua sensibilità e la sua ispirazione gli suggeriscono, senza filtri né limiti.

Il disco di cui stiamo parlando si intitola In My Head ed è l'ultima fatica discografica di JShell. Quindici brani di esuberanza artistica che faranno la gioia di ogni appassionato di rock. Il disco in questione vanta numerose collaborazioni prestigiose tra cui: Steve Hackett (Genesis), Katie Jacoby (dall'orchestra dei The Who), Jake Cinninger (Humphrey's McGee) e Scott Metzger Joe Russo's Almost Dead e Wolf).

L'album che stiamo analizzando si presenta come un tributo al mondo del rock in cui vengono omaggiate una vasta gamma di stili e sottogeneri. In qualche episodio del disco appaiono dei toni che potrebbero essere interpretati come parodistici. In molte canzoni infatti la voce di JShell risulta decisamente sopra le righe. 

 Questa raccolta di pezzi sembra voler mostrare al mondo tutte le cose che passano per la testa dell'eclettico artista ed il nome dell'album, In My Head, è un ottimo biglietto da visita per l'avventore di turno che dovrà fare i conti con un turbolento flusso di pensieri concretizzatisi in musica. In questo disco c'è di tutto. 


Brani tiratissimi si alternano a brani estremamente orecchiabili in cui è possibile trovare chitarre pesanti e virtuose, prog rock, punk, hard rock e molto altro. I musicisti ospiti sono sicuramente un valore aggiunto per questo disco che si configura sia come un divertente esercizio di stile che come una dichiarazione d'amore nei confronti della musica in generale e del rock in particolare.

Nell'apparente chiassosità delle tracce che compongono questo lavoro è possibile apprezzare una scrittura corale che risulta fresca ed eccentrica in cui è possibile scorgere quello che anima la folle personalità del suo autore, ossia la sua prolifica ispirazione.

Un disco come questo riesce a stupire e ad affascinare grazie alle tantissime idee che vengono messe in tavola come portate di un sontuoso banchetto nuziale in cui si celebra il matrimonio tra il talento e libertà creativa.