
JOHN PUCHIELE ENSEMBLE - ALIVE
Sognare, viaggiare con la fantasia, sentirsi vivi più che mai: questo è quello che fa la musica, che ha il potere di portarci in un mondo fantastico allontanandoci per un po' di tempo dalle preoccupazioni della vita quotidiana.
Ed è sicuramente un viaggio fantastico quello in cui ci portano i John Puchiele Ensemble con "Alive", il settimo album della band. A capo del progetto c'è John Puchiele, compositore attivo da oltre 4 decenni che già all'età di 14 anni realizzò le sue prime colonne sonore originali basate su sintetizzatori dal vivo per produzioni teatrali. Poi è passato alle colonne sonore per film, registrazioni e performance.
"Alive" è un titolo perfettamente azzeccato per questo album poiché fa sentire davvero la vita pulsante della musica, esplorando temi profondamente umani e offrendo all'ascoltatore un viaggio sospeso tra contemplazione e intensità emotiva.
Il viaggio si apre con "Alive", canzone che dà il titolo all'album, con suoni sottili e allo stesso tempo potenti, che immergono subito l'ascoltatore in un mondo allegro e vivace in cui ogni nota sembra voler raccontare una storia. Questa immersione musicale prosegue con "Are You Awake", anche se con un tono più contemplativo, fungendo da filo conduttore per un album dove ogni pezzo sembra essere legato l'uno con l'altro, ancorandosi alla memoria come un attimo sospeso nel tempo.
Con "Birds" ritorna quell'atmosfera scanzonata e leggera che apre le porte a "Still", una delle canzoni che meglio incarna lo spirito dell'album. Della durata di 5 minuti, "Still" offre un momento di sospensione, invitando l'ascoltatore a fantasticare senza limiti. Sin dalle prime note si può apprezzare una dolcezza velata e delicata, poi il volume lentamente aumenta trasportando l'ascoltatore verso una sorta di luce cosmica in una spirale ipnotica, come se ogni nota cercasse di avvicinarsi ad una verità intima, a una fonte di ispirazione.
La quinta tappa del viaggio è "The Wait", che inizia con le note di chitarre acustiche che proiettano l'ascoltatore in un viaggio nell'anima. Con "Deep" l'atmosfera si fa più drammatica, quasi cupa, come a voler mettere in guardia l'ascoltatore dai pericoli che si annidano durante l'esplorazione della vita.
Dopo "In", il settimo pezzo, l'album si chiude con tre brani riflessivi e potenti, come "Ebb and Flow Reverie" dal tono barocco, "Beneath the Surface" con la sua musica ispiratrice e "Never Say Goodbye", delicato e malinconico, che sale di tono sempre di più per poi placarsi per un finale immersivo, riflessivo e assorto.