JOHANNA DADAP - The World's Gone Up In Smoke

22.11.2022

Che cosa succederebbe se la nostra casa, dove siamo cresciuti, il nostro posto sicuro, un giorno scomparisse? Se le pareti da cui ci sorridono le nostre foto ed i nostri ricordi si sgretolassero sotto i nostri occhi cadendo a terra come stelle cadenti e non avessimo più il tetto sopra la nostra testa, cosa proveremmo? 

Il senso di sconforto e smarrimento avrebbe la meglio su noi, costringendoci a trovare una soluzione affinché questo non accada, saremmo presi dal panico come un cervo fermo in mezzo alla strada, talmente terrorizzato da non riuscire a muoversi per evitare che un'auto lo travolga. Se la casa di cui parliamo fosse la nostra terra?

Questo sostanzialmente è quello di cui parla questa dolce canzone di Johanna Dadap dal nome The World's Gone Up In Smoke. Un brano acustico dai toni malinconici che sembra accarezzarci la testa con fare consolatorio e che ci culla come in una ninna nanna distopica in cui non ci suggerisce di addormentarci, ma di svegliarci.

Svegliarci e prendere atto che il nostro mondo, Madre Natura sono impazzite e stanno morendo. Nelle sue parole No one hears a word till the world's gone up in smoke, è sintetizzato il comportamento dell'uomo, egoista, distratto. L'uomo che non si accorge di niente o che finge di non accorgersi. Il lasciar correre perché presi dai nostri pensieri e dai nostri affanni, dalle nostre battaglie individuali. Non ci accorgiamo, non sentiamo nemmeno una parola finché il mondo va in fumo, finché è troppo tardi.


Il testo di questa canzone dipinge scenari pericolosamente realistici. Stiamo andando alla deriva, assistiamo ad un progressivo disgregarsi della realtà che porterà ad una situazione di completa distruzione in cui, sempre parafrasando le parole della cantante, non ci sarà nessuno a leggere il nostro epitaffio perché ogni essere vivente sarà scomparso. Perfino Peter Pan è diventato un vecchio malato e non salverà nessuno portandolo sull'isola che non c'è, perché anche quell'isola non c'è più.

La natura è la nostra casa ed il senso di questa canzone è chiaro, ma ci potrebbe essere un'altra chiave di lettura per queste parole. Il comportamento dell'uomo stigmatizzato in questi versi potrebbe riguardare anche il modo in cui conduciamo le nostre relazioni personali.

Come nelle relazioni di coppia, ad esempio, in cui una delle persone coinvolte ha smesso di prestare attenzione all'altra. Ha smesso di amarla e non la ascolta, non la sente più, nonostante gli sforzi, nonostante le richieste di aiuto siano gridate da un altoparlante. Si ignorano finché non è troppo tardi.

Il video della canzone è ambientato in un prato, tra l'erba alta e gli uccellini che volano come a ricordarci a cosa stiamo rinunciando, a quello che stiamo perdendo. Le sue parole sono di allerta e sconsolanti, ma si percepisce comunque una certa dose di speranza e fiducia. Forse non è ancora troppo tardi, forse non tutto è perduto.