JEAN RN - SKID MARKZ

23.09.2023

Ognuno di noi ha un vissuto. Esiste una dimensione in cui un giovane noi muove i suoi primi passi nel mondo ed impara lentamente a vivere. Questa dimensione è il passato. Non è raro ritrovarsi a pensare a quelli che sono stati i momenti più importanti nella nostra formazione. A volte la nostra memoria si concentra sugli episodi più felici, facendoci provare un leggero senso di serenità, altre volte invece la nostra mente si affaccia su quei momenti che ci hanno portato sofferenza.

Quando ripensiamo alle persone che abbiamo perduto, alle occasioni sfumate e tutte le volte che non abbiamo avuto la forza di agire, veniamo raggiunti da una profonda tristezza che è spesso accompagnata dal senso di colpa. Anche se è difficile dobbiamo imparare ad accettare il nostro passato e una volta riallineati con quella parte della nostra vita, andare avanti.

Le considerazioni che hanno aperto questo articolo troverebbero nell'ultimo EP dei Jean RN, intitolato Skid Markz, la colonna sonora ideale. Il produttore e polistrumentista Ben Wright è l'artista che si cela dietro questo progetto musicale. In questo album di quattro pezzi siamo trascinati in un viaggio sonoro che ha lo scopo di farci esplorare gli angoli più reconditi del nostro passato per accettare ed infine lasciar andato tutto quello che ormai è indietro nel tempo.

Il sound dell'album è volutamente chiassoso e caotico e si presenta come un'insieme di ritmi e sonorità abrasive che vengono a pungolarci per attirare la nostra attenzione sull'oggetto della loro indagine.

30th May 2022 è il pezzo che apre il disco. Una melodia vocale armonizzata da cori viene disturbata da dei rumori simili ad un'interferenza radiofonica. Questo incipit noise ci getta con forza in questa avventura d'ascolto che prosegue con dolci arpeggi di synth che sfociano in una sezione frenetica dominata da un sovrapporsi isterico di voci e ritmi che si mescolano interrompendosi a vicenda e lasciando spazio ad altre micro-porzioni melodiche. Il pezzo evolve in molte altre varianti prima di sfumare lentamente nel silenzio.

Song For C presenta nel suo sperimentalismo sonoro una commistione tra rock ed elettronica. Anche questo brano appare molto frazionato nella sua struttura in cui assistiamo ad un collage di stili fra cui il rock acustico, il progressive e addirittura riff lenti e pesanti in stile doom. Sostanzialmente un riassunto psicotico di musica vintage.

Con Sure siamo accolti da una melodia vocale che ci trascina in una traccia dal sapore emo-dance e noise. Il brano è leggermente più lineare ed orientato al pop pur mantenendo quell'aspetto spigoloso e disturbante che ha caratterizzato l'EP fino a questo momento.

Il brano che chiude la raccolta è Diarrhea. Degli accordi iper-distorti di chitarra aprono la traccia per lasciare velocemente il passo ad una sezione che si presenta come un racconto disturbato da continue vibrazioni e rumori che sembrano voler ostacolare con i loro interventi il flusso naturale dei pensieri. Moltissimi strati sonori si sommano alla linea vocale che continua imperterrita ad intonare una dolce melodia.

Come in un sogno alimentato da una pesante bevuta le immagini evocate si alternano senza senso apparente davanti a noi dipingendo uno scenario grottesco e surreale. Il pezzo finisce con le ultime note cantate che risuonano sopra un'interferenza persistente che chiude la traccia.

Un'esperienza sonora scioccante, ma incredibilmente coinvolgente.