JANE N' THE JUNGLE - Life of the Party

14.03.2024

"Benvenuti al crollo della nostra felicità in 'Life of the Party', sui molteplici regni della dipendenza e sul diventare la droga di qualcuno" con queste parole Jordan White, frontman dei Jane N'The Jungle, ha descritto il loro nuovo EP "Life of the Party". Il gruppo americano con sede a Phoenix è una delle più piacevoli rivelazioni del panorama alt-rock internazionale e questo album è un piccolo gioiellino musicale dal carattere intenso e oscuro.

"Life of the Party" è un viaggio ipnotizzante e cupo nello straziante lirismo dei Jane N'The Jungle, intriso di temi come la dipendenza e i comportamenti tossici. Possiamo definirlo un disco graffiante, soprattutto per gli amanti del rock nudo e crudo. L'energia e il sound della band rievoca la musicalità dei Placebo, compresa la voce cantante.

Il brano d'esordio è "Dirty Dog" che inizia con un riff tagliente in stile blues e un hook vocale. La batteria e il basso si fanno sentire e si mixano perfettamente con i riff di chitarra sincopati. La canzone con dolore interiore, angoscia e crudezza tratta un tema molto delicato come la violenza sessuale. Un brano dedicato alle donne per aiutarle a sentirsi più forti e meno sole.

Il secondo brano è "Metal Gold", che parte subito a raffica con una batteria martellante accentuata da ampi riff di chitarra, per poi passare a riff di chitarra più in sordina. Oltre alla produzione molto curata, da sottolineare la voce della cantante che è qualcosa di maestoso e di imponente e che raggiunge la sua massima potenza vocale in occasione del ponte.

La terza tappa del viaggio musicale è "Wasterland", che ha un inizio più lento e che sarebbe la colonna sonora perfetta della scena di apertura di un film distopico. Dopo l'inizio lento la canzone ha una svolta improvvisa, un risveglio brusco e improvviso dopo un sogno ad occhi aperti. La batteria lavora armoniosamente e senza eccessi, intervenendo col massimo tempismo. Bellissimo il finale con un assolo di chitarra duro e pesante, pura goduria per gli amanti del rock sanguigno senza compromessi.

Eccoci alla quarta stazione, "Cut me Open", che inizia con una voce leggermente distorta sulla chitarra in un'ambientazione cupa. Il testo parla del desiderio di essere abbastanza per qualcuno. Rock e metal si mescolano magnificamente e la musica, accompagnata da riff grintosi e cattivi, diventa epica anche grazie al calo intermittente della parte acustica. La canzone termina poi in calando, un modo per rilassarsi lentamente dopo questa full immersion nel mondo rock.

La penultima tappa è "Bed of Roses", che comincia con un riff di basso perfettamente abbinato ad un riff di chitarra alto. L'interazione tra ritmi alti e bassi si ripete continuamente e la voce della cantante, anche grazie al perfetto ponte, raggiunge vette sempre più elevate. Il capolinea è "Life of the Party", che tra l'altro dà anche il nome all'EP. In questa canzone si parla di dipendenza: tu sei la droga degli altri che ti desiderano e, se glielo permetti, ti consumeranno fino a quando non rimarrà più nulla di te.

Che dire, è un EP potente, cattivo e che racchiude in sé l'animo rock puro e duro, senza filtri né compromessi. Hai bisogno di altri motivi per ascoltare questo vibrante EP?