JAMES KEEN - Crossover
Il periodo della pandemia è stato uno dei più bui dell'umanità degli ultimi decenni, ma c'è stato chi ha sfruttato quei momenti così oscuri e tenebrosi per dedicarsi a nuovi progetti e scavare dentro se stesso. Ed è esattamente quello che ha fatto James Keen, cantautore nato in Australia, cresciuto a Hong Kong e poi trasferitosi a Londra, nel suo ultimo album "Crossover".
"Crossover" è quel sogno confuso che non riesci a ricordare appena sveglio, ma che in qualche modo si è impresso nella tua mente. Forse è un po' questa la stessa sensazione provata dopo la pandemia: tutti l'abbiamo vissuta, ma tutti in qualche modo cerchiamo di cancellarla. Per questo motivo questo può essere definito un "album pandemico", che però non è intriso di angoscia e tristezza, ma di speranza e ottimismo.
In ogni accordo c'è una sensazione di solitudine, come se ogni nota di chitarra fosse un invito a fuggire dalle 4 mura dove siamo stati costretti per mesi durante la pandemia. "Crossover" rispecchia quella sensazione di uscire all'aria aperta dopo giorni, settimane, mesi chiusi in casa, sbattendo le palpebre alla luce del sole, come se non l'avessimo mai visto.
Le sonorità delle canzoni sono familiari, ma non c'è nulla di nostalgico. Il cantante mixa pop, R&B, rock e folk sfoderando un repertorio ampio e variegato che si ispira a giganti del passato. Sul modo di suonare di James Keen sicuramente hanno avuto una notevole influenza leggende come Mark Knopfler, David Gilmour ed Eric Clapton, mentre Neil Young e Bob Dylan hanno contribuito a plasmare la sua profondità lirica e poetica.
Le canzoni hanno sempre lo sguardo rivolto verso il futuro, anche se alcune sono profondamente intrise di quella dolcezza vintage tipica degli anni '90. James suona ogni strumento come se stesse portando avanti una conversazione intima con diverse versioni di se stesso. I suoi assoli di chitarra ipnotici e pieni di sentimento si perdono nell'aria, per poi ritornare come un boomerang e rimbombare a lungo nella testa.
Le narrazioni riflettono il passato dell'artista e sono profondamente impregnate di sentimenti profondi. In ogni canzone c'è tanto cuore, indipendentemente che sia accompagnata da uno stile acustico o da qualcosa più orientato all'R&B. L'ascoltatore viene trascinato in un regno meraviglioso, tra ballate sognanti e canzoni intrise di sentimenti ed emozioni profonde.
L'album si apre con "Show Me What You Got", una canzone dal testo toccante e dalle note potenti che rappresenta una partenza col botto. "Falling or Flying" ha una forma più drammatica, dove la voce di James riecheggia nel vasto spazio. "Yes or No" scorre fluida col suo ritmo morbido, mentre "Minutes to Midnight" prende una svolta leggermente rock.
In "Crossover", che dà anche il nome all'album, si può apprezzare una godibile fusione tra il jazz e il rock. "Compromise" si distingue per il suo ritmo lento e contemplativo, che indugia a lungo nella mente. "Get on Board" si presenta con un fervore funk coinvolgente, mentre "Glow in the Dark" ha sonorità che richiamano addirittura gli anni '80.
Si ritorna a ritmi più dolci e meditativi con "Crash-landed", per poi proseguire con le tonalità sognanti di "On This Rock". Cala il sipario sull'album con "The Ballad of Abraham Jones", un arrivederci dolce ed espansivo che fa sognare.