JACQUES BAILHÉ - Shiva In Flagrante

13.06.2023

Nella religione induista Shiva è l'espressione di quel Dio unico che assume molte forme e molti nomi a seconda delle sue funzioni all'interno della manifestazione. Simbolo di immortalità e onorato come puro amore, luce, energia e conoscenza. Realtà assoluta oltre il tempo, la forma e lo spazio. Pura bontà e purezza. Anche nell'accezione di distruttore il suo ruolo non è mai negativo poiché rappresenta la trasformazione positiva che rigenera la vita portando benessere e felicità suprema per il mondo e gli esseri viventi. 

La sua consorte è la Dea Parvati, figura forte e battagliera, ma al contempo dolce e amorevole. L'unione dei due rappresenta quindi il connubio tra la femminilità pienamente realizzata con una mascolinità altrettanto definita. Il loro matrimonio simboleggia il viaggio interiore verso la totalità, fusione yogica di energia e spirito, di immobilità e potere, saggezza e beatitudine.

L'introduzione di questo articolo si è resa necessaria per introdurre il nuovo disco di Jacques Bailhé intitolato Shiva In Flagrante. Ispirandosi ai miti della religione induista l'artista ha immaginato il suo album come la colonna sonora immaginaria di una danza in cui Shiva incontra Parvati ad una festa di quartiere in un vicolo. Shiva porta via dalla festa la Dea a cavallo della sua Harley Davidson, si innamorano ed avranno un bambino.

In questi termini l'album che stiamo ascoltando si configura alla stregua di un romanzo epico musicale, un epopea avventurosa costruita con perizia e attenzione per i dettagli che tiene alta l'attenzione dell'ascoltatore per tutte le dieci tracce proposte.

Il linguaggio musicale del disco non può essere che estremamente vario. Se dovessimo trovare un genere di riferimento che leghi immaginariamente le varie composizioni potremmo osare la definizione di jazz-fusion sperimentale. Pur essendo forse la definizione più calzante manteniamo un certo margine di approssimazione perché la grande varietà di tempi, ritmi, timbri e strumenti non lascia spazio alle facili classificazioni.

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La prima traccia è In The Alley e possiede già geneticamente quello che è il patrimonio cromosomico dell'intero lavoro. Nel primo minuto della traccia capiamo subito quello che abbiamo sotto le mani e l'unica cosa da fare è addentrarsi maggiormente nel racconto ascoltando con calma l'universo espressivo contenuto in questa raccolta.

Quello che colpisce in questo lavoro è l'assoluta volontà del suo autore di infrangere i confini della musica. Liberandosi da costrizioni accademiche e terminologiche Bailhé attua una narrazione musicale di enorme interesse artistico, che si manifesta attraverso una fitta rete di immagini e paesaggi sonori che stupisce ad ogni passaggio. Oltre alla scrittura originale e sopra le righe è possibile apprezzare non solo la tecnica strumentale, ma anche e soprattutto la padronanza assoluta dei vari generi e stili che compongono l'opera.

Per la sua indiscutibile audacia questo disco è destinato a diventare un must per ogni appassionato di musica avant-garde e sperimentale. Assolutamente consigliato!