IOISH - What You Need It For

26.11.2022

I musei sono luoghi magici senza tempo, dotati di un'energia particolare che è propria della creazione ed espressione dell'intelletto umano che nel disperato tentativo di raccontarsi si concretizza sotto forma di quadro o scultura. 

In bilico tra l'immobilismo apparente e la propulsiva spinta comunicativa , l'opera d'arte, sia essa impressa su tela o scolpita nel marmo, ci osserva dalle stanze dell'esposizione e sembra ghermirci per rivelare un segreto sul suo autore o in senso più ampio sulla natura umana.

L'arte astratta, fuggendo le leggi della rappresentazione figurativa comunica un messaggio a metà che nasce dall'autore e deve essere terminato dallo spettatore che guardando all'opera trae le sue conclusioni sulla stessa, formando così un legame ed uno scambio biunivoco fatto di sensazioni ed impressioni.

La musica strumentale sperimentale è quanto di più prossimo si possa trovare alle suggestioni dell'arte astratta. Essendo privo di testo, un componimento strumentale ha a disposizione solo le sue note, la dinamica tra le sue componenti e le vibrazioni che il brano riesce a comunicare. In ultima istanza può venirci incontro in maniera decisiva il titolo dell'opera come bussola cognitiva atta ad orientarci nella nostra interpretazione del messaggio.

Un esempio di questa collaborazione intellettuale tra artista e fruitore è l'ultimo singolo di Ioish intitolato What You Need It For traducibile con Cosa ti serve.

Questo interessantissimo brano nasce e si sviluppa come l'idea di un desiderio o meglio, proprio come un'idea. Un pensiero che parte da una cellula melodica ed incomincia a riprodursi esponenzialmente crescendo fino a raggiungere una forma finita di cui si fa fatica a rintracciarne il nucleo primordiale, benché esso sia l'essenza ed il principio da cui è scaturita. 


Come un essere vivente completo che deve il suo aspetto alle sue cellule infinitamente piccole, ma determinanti per la sua composizione molecolare.

In questo modo il brano ha inizio, un gruppo di note che si sviluppa e a cui piano piano si aggiungono elementi ad arricchire il suono e a dare ordine al caos primordiale da cui tutto è stato generato.

La prima svolta sonora la ascoltiamo in corrispondenza dell'ingresso della chitarra elettrica che suona un ostinato di poche note che rappresentano una variazione di quanto già suggerito dagli altri elementi che continuano a crescere di intensità finché non si arriva ad una ritmica suonata ad accordi pieni che procede pompando con imponenza.

Si giunge ad una nuova sezione fatta di stop and go che sfocia in un ritmo lento e cadenzato dove gli strumenti, come impazziti eseguono note nervose. L'ultima fase è il finale in sfumare. La quiete dopo la tempesta in cui gli strumenti sembrano riposare e prendere fiato come dopo un prolungato sforzo.