HEEDLESS ELEGANCE - The Blaze Of Glory

12.12.2022

L'essere umano è in grado concepire azioni e pensieri al limite dell'assurdo. Quando una mente viene deviata tutto diventa possibile e l'individuo in questione è in totale balia dei suoi istinti più oscuri e profondi e arriva a compiere atti efferati senza provare rimorsi. Privato della risonanza empatica diventa un freddo esecutore di morte e distruzione. 

La storia ha consegnato alle cronache centinaia di racconti assolutamente veri di individui che hanno superato la linea d'ombra. Andrei Chikatilo ovvero il mostro di Rostov, Jeffrey Dhamer detto Il cannibale di Milwaukee, Richard Ramirez chiamato anche The Night Stalker, Richard Kuklinsky ovvero L'uomo di Ghiaccio, Albert Fish e molti altri, che hanno ucciso con freddezza diverse persone. 

Se è vero che queste figure fanno paura e pensare all'esistenza di questi individui ci terrorizza, è innegabile anche un certo coinvolgimento morboso che non ci fa distogliere gli occhi e che crea una curiosità che deve in tutti i modi essere soddisfatta. Il proliferare di documentari e serie Tv basati sulle gesta di questi assassini testimonia l'interesse della gente per la cronaca nera.

Sulla base di questa strana e perversa fascinazione per il male sono centinaia i racconti di fantasia e le canzoni scritte sull'atto di uccidere. La band ungherese Heedless Elegance rilascia il suo ultimo singolo Blaze Of Glory che affronta il tema dell'omicidio per vendetta nei toni che si confanno ad band di Metal Estremo.

La canzone della band si muove attraverso lo spigoloso linguaggio del Death Metal in cui la voce in growl si alterna all'uso dello scream. La batteria costantemente in doppia cassa accompagna le pesanti chitarre che mettono in mostra la loro preparazione tecnica soprattutto in sede di assolo. Il risultato è un inferno sonoro che dipinge a tinte forti l'argomento trattato.


Il brano parla di un personaggio fittizio e del suo viaggio interiore attraverso le sue emozioni, dopo aver commesso un omicidio desiderato da tempo che potesse vendicarlo. Nella mente del killer nasce una lotta interna, una scissione dovuta al fatto di aver infranto il profondo tabù dell'omicidio, che si manifesta come una violenta dissociazione che può condurre alla pazzia.

Vediamo quindi l'assassino accusare se stesso per la sua azione, rivolgendosi al suo io con le parole Martire e Bugiardo, due appellati in contrasto che sottolineano il cedimento psichico in atto.

Gli occhi sono ciechi e non vedono la realtà, non vogliono conoscere risposte.

Il neodualismo della coscienza continua ad autoaccusarsi ed autoproclamarsi allo stesso tempo, in una violenta battaglia che determinerà quale personalità sopravvivrà allo scontro diventando quindi la nuova identità di quell'individuo.

A prescindere da quale delle due avrà il sopravvento, l'unica certezza possibile è quella di bruciare un giorno all'inferno.