HARLOW'S MONKEYS - When The World For Humans End

12.03.2023

La società che conosciamo oggi è molto diversa da quella in cui hanno vissuto i nostri genitori. Se il progresso tecnologico ha, da un lato, portato ad una qualità migliore della vita, dall'altro ha aumentato la forbice sociale facendo crescere il divario tra le classi ricche e quelle povere, conseguenza diretta della progressiva scomparsa del ceto medio. 

Al giorno d'oggi facciamo tutto su internet e con i nostri occhi puntati costantemente sui telefonini è facile non vedere cosa c'è intorno a noi. In questo contesto freddo e spersonalizzante è facile perdere la concezione di sé e sentirsi persi in un mondo che lascia indietro i più fragili in favore dei profitti dei potenti.

Le riflessioni che hanno aperto questo articolo sono perfettamente in linea con l'ultimo disco degli Harlow's Monkeys intitolato When The World For Humans Ends. Gli Harlow's Monkeys sono il progetto solista di Tommy P. cantautore e produttore di San Francisco che con questo album di sette brani ci consegna un elaborata analisi dell'era moderna permeata di esistenzialismo e critica sociale e politica.

Le coordinate musicali della band sono orientano ad un indie-rock-folk sperimentale di ottima fattura che mette in mostra la complessa scrittura del quartetto che mette la propria musica al servizio di un disilluso sguardo sul mondo. Il tessuto musicale del disco è estremamente ricco sia in termini musicali che concettuali e disegna uno scenario post-capitalistico, dominato da una fame di immediatezza frenetica che mastica e risputa le persone nel suo devastante incedere. 

In contrapposizione a questa urgenza del mondo il disco si presenta invece attraverso un clima generale di apparente calma e tranquillità. Le atmosfere messe in scena si concretizzano attraverso una vasta varietà di suoni e ritmi che caratterizzano ogni singola traccia. 


Il primo brano presenta un'intensa melodia di pianoforte in cui ascoltiamo una voce di donna parlare dell'attuale condizione umana con un tono quasi distaccato, come in una comunicazione di servizio. Questo preludio fissa da subito i termini del dialogo con l'ascoltatore coinvolgendolo in una serie di canzoni che esplorano l'uomo, i suoi sentimenti e le sue prospettive esistenziali.

Ogni brano possiede una sua particolare luce ed un mood specifico. Le canzoni hanno come minimo comune denominatore la voce di Tommy, con il suo timbro pacato e amichevole che sembra volerci parlare in disparte, lontano dal caos.

Quello che colpisce in questo disco è l'arrangiamento che non risulta mai banale e scontato, riuscendo a sorprendere con l'utilizzo di accordi insoliti e risoluzioni armoniche spiazzanti. La produzione del disco è eccellente e riesce a far suonare in modo chiaro e pulito sia le canzoni inclinate ad una dimensione acustica che a quelle più corali e ricche di elementi.

Questo secondo disco della band giustifica pienamente il titolo attribuitole dalla critica di "miglior nuova band indie-folk della Bay Area". Un album da ascoltare e riascoltare per poter cogliere tutte le sue affascinanti sfumature.